Il giorno dopo il suo rientro a Los Anageles dal Comic-Con, Kosinski viene chiamato dall’agente di Tom Cruise, che gli rivela il desiderio espresso dall’attore di incontrarlo e di parlare del progetto Oblivion. Cruise vuole conoscere l’intera storia, oltre il capitolo introduttivo che ha avuto modo di leggere. “Non c’era uno sript già pronto a quel punto, era solo una storia nella mia testa”, racconta ancora il regista. “Così gli ho esposto l’intera storia per circa due ore e alla fine del nostro incontro Tom mi ha detto ‘Facciamolo. Voglio fare questo film con te’… Del resto il ruolo gli calza a pennello. Non posso immaginare nessuno altro recitare il suo personaggio”. Tom Cruise, in effetti, ha una passione per il cinema di fantascienza. All’epoca è appena uscito dall’ultimo Mission: Impossibile e seguiranno altri due film di tenore ben diverso (Rock of Ages, adattamento di un celebre musical di Broadway, e il thriller Jack Reacher). Con Oblivion torna alla fantascienza dopo i successi di Minority Report e La guerra dei mondi, entrambi di Steven Spielberg. Con Kosinski è quasi un salto nel buio, ma la storia lo convince e del resto il film è tutto incentrato sul protagonista, cosa che una star un po’ egocentrica come Cruise non può che apprezzare. Il regista e la casa di produzione, inoltre, hanno bisogno di nomi di richiamo per attirare il pubblico, notoriamente diffidente di fronte a una pellicola di fantascienza completamente nuova e non legata a franchise collaudati. Dopo Tom Cruise, nel progetto viene quindi imbarcato Morgan Freeman nei panni del leader delle forze ribelli, Malcolm Beech, in cui il comandante Harper s’imbatte dopo il rinvenimento dell’astronave precipitata. Le due attrici che affiancano Cruise sono invece Olga Kurylenko, la “Bond-girl” di Quantum of Solace, e l’inglese Andrea Riseborough, che qualche appassionato ricorderà per il suo ruolo nel film di Romanek Non lasciarmi tratto dal romanzo distopico di Kazuo Ishiguro, oltre che per la parte di Wallis Simpson nel film W.E. di Madonna. Alla colonna sonora, come già in Tron: Legacy, Kosinski affianca al compositore Joseph Trapanese il gruppo francese di musica elettronica M83. Meno noti rispetto ai Daft Punk, con cui Trapanese firma la colonna sonora del sequel della Disney, gli M83 lavorano con Trapanese già durante la pre-produzione del film, con l’album Harry Up, We’re Draming uscito nell’ottobre 2011. Gli appassionati di fantascienza ricorderanno forse il pezzo Teen Angst apparso nel trailer del film A Scanner Darkly tratto dal romanzo di Philip Dick, e Outro, inserito nel trailer di Cloud Atlas. Enigmatica e remota, la soundtrack degli M83 – di cui alcuni pezzi sono stati rilasciati in anteprima anche su YouTube – si sposa bene con il mistero che ha circondato il film nel corso di tutta la sua produzione. Una segretezza che del resto segue l’esempio ormai collaudato nel cinema di fantascienza per aumentare l’interesse del pubblico nei confronti della pellicola, come nel caso delle produzioni di J.J. Abrams. I trailer presentati al cinema e le poche righe di storia fatte trapelare sono sufficienti a scatenare la curiosità degli appassionati di fantascienza verso un film che si basa su una storia del tutto inedita, visionaria nelle sue spettacolari immagini di città fluttuanti tra le nuvole, ma che oltre al lusso della confezione promette un contenuto di spessore, rispetto alla mezza delusione di Tron: Legacy dove, oltre alla spettacolarità della computer-grafica, la trama non appariva di particolare consistenza. Alla base c’è non solo l’idea del mondo post-apocalittico, ma anche la verità che dà nome al film: Oblivion infatti si collega ai vuoti di memoria di cui il comandante Harper, il protagonista, sembra soffrire. La scoperta della donna in ibernazione all’interno dell’astronave precipitata risveglia in lui una serie di ricordi che non riesce a collegare tra loro. Sarà l’ultracentenario Malcolm Beech a fargli aprire gli occhi sulla verità riguardo il mondo in cui vive. E c’è da credere che il mondo descritto da Kosinski segnerà, se non il cinema tout-court, perlomeno quello di science-fiction, per il quale Oblivion promette di essere già un cult.