Arrivata al numero 122, che a ben guardare significa più di dieci anni di vita, Urania Collezione cambia veste grafica, uniformandosi ai recenti cambiamenti già apportati alla collana madre Urania. Racchiudere il disegno di copertina in un cerchio, in questo caso grigio, è una scelta che forse farà storcere il naso agli ammiratori delle splendide illustrazioni di Franco Brambilla.

In ogni caso il romanzo che tiene a battesimo il cambiamento è al di sopra di ogni discussione. La tigre della notte è un'opera di un autore eccezionale. Alfred Bester non ha scritto molto, ma ha lasciato un segno indelebile nella fantascienza. In questo romanzo la sua inventiva corre a briglia sciolta, riempiendo la storia di idee, azione, colpi di scena e personaggi tutt'altro che banali, condendo il tutto con un ritmo mozzafiato.

In una società futura dominata dalla scoperta del teletrasporto istantaneo, dove la maggior parte delle persone possono "jauntare" con un semplice atto di volontà, si dipana la storia di una sete di vendetta devastante. Un classico della fantascienza, che non dovrebbe mancare nella libreria, virtuale o meno, di ogni appassionato.

L'autore

Alfred Bester (1913-1987) è autore di famosi racconti (Furiosamente Fahrenheit, Stella della sera, Il signor Pi) e di pochi ma eccellenti romanzi, tra i quali i capolavori assoluti L’uomo disintegrato (1953) e La tigre della notte, noto anche come Destinazione stelle (1956). Tra gli altri titoli, Connessione computer (1975), I simulanti (1981) e Psiconegozio, uscito postumo nel 1998 e tradotto in italiano nel 2000. Mondadori ha raccolto in due volumi dei Massimi della fantascienza tutta la produzione dei racconti.

La quarta di copertina

"Era un'età dell’oro, un’epoca di sublimi avventure, di vite ricche e morti rognose… ma nessuno lo pensava. Era un futuro di grandi fortune e ruberie, di saccheggi e rapine, di cultura e vizio… Ma nessuno lo ammetteva. Era un’epoca di estremi, un affascinante secolo di mostruosità", e in quel tempo Gully Foyle stava morendo. Per l'esattezza, moriva da centosettanta giorni a bordo di un relitto lasciato a marcire nello spazio. Ma se avesse trovato la forza di uscirne, se si fosse potuto salvare da quella trappola, avrebbe inseguito il suo nemico ovunque si nascondesse nel Sistema Solare… Così comincia la metamorfosi di Gully Foyle – un manovale qualunque – in una sorta di semidio dell'odio, per uno dei massimi capolavori della sf moderna.

Alfred Bester, La tigre della notte (Tiger! Tiger!, 1956) traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, collana Urania Collezione 122, pagg. 252, euro 5,90