Il titolo è preso in prestito da una celebre canzone dello storico gruppo dei Deep Purple. E non è un caso. Space Truckin’ è infatti un film di fantascienza italiano ispirato proprio all’immaginario fantascientifico degli anni ’70. Giorgio Magarò, regista pavese, impegnato da oltre vent’anni nella produzione di video a carattere sociale e videoclip musicali, si è cimentato in questa avventura davvero particolare, ha coinvolto un gruppo di professionisti e ha autoprodotto questa opera destinata prevalentemente al circuito delle rassegne e in futuro al web.
La storia si svolge interamente a bordo dell’astronave cargo Drosia ed Ego, il pilota, è anche l’unico essere umano a bordo. È un film di fantascienza che parla della solitudine e del rapporto conflittuale di Ego con se stesso, la tecnologia e le donne. Donne che pur non condividendo il viaggio con lui, sembrano essere ovunque: nelle sue fughe “virtuali” con delle amanti sintetiche, attraverso i dialoghi con la responsabile a Terra delle comunicazioni, perfino con un drone volante dalla voce femminile che condivide la monotonia dei lunghi viaggi.
Ego vive in una trappola meccanica, un ascensore delle stelle dove la curiosità si risveglia in una sorprendente bicicletta abbandonata e nella scoperta di un settore della nave inesplorato.
Il malinconico protagonista, Ego è interpretato da Gianpiero Aceto, (finalista all'edizione 2010 dei David di Donatello). Sul set anche Roberta Mandelli, Anna Rosa Zanelli e Lara Bossi.
Particolarmente significative le atmosfere musicali, anch’esse di chiara ispirazione anni ’70, composte da Riccardo Bacchi, con la preziosa aggiunta di tre cover: Space Oddity di David Bowie e Space Truckin’ e When a Blind Man Cries dei Deep Purple, registrate appositamente dalla band tributo dei Deep Purple California Jam della quale Bacchi - fondatore anche di un importante fan club dei Deep Purple - è lead guitar.
Infine per rimanere fedeli alla fantascienza di quel periodo si è scelto un uso discreto del computer e la realizzazione di un modello in scala per l’astronave, interamente realizzato dal modellista Rodolfo Ferrari.
Il film verrà presentato a Milano, il 9 febbraio al teatro Barrio’s di via Barona e saranno presenti il regista, gli attori e la troupe.
24 commenti
Aggiungi un commentoLa trama mi ricorda comunque un qualche racconto breve di P.K. Dick
Non mi ricordo il titolo, che parlava di un tipo che si trovava su una nave spaziale in un lungo viaggio ed a causa di qualche malfunzionamento, si confondeva tra realtà e sogno...
Ah l'ho trovato! Il trailer mi ha fatto venire in mente il racconto di P.K. Dick "Spero di arrivare presto".
S*... weathering, si... a parte le navi di Guerre Stellari, ovviamente 'esagerate' (ma di grande impatto) avrai pur visto foto di vere navi spaziali... polvere cosmica, per non parlare di micrometeoriti, gas dai motori e dai propulsori ad idrazina... inoltre nel modellismo per 'weathering' si intende, pur impropriamente, anche l'evidenziamento dei pannelli, i giochi di ombre 'ricreati'... insomma, tutto quello che da tridimensionalità ad un modello in scala... Oltretutto parliamo di una nave in viaggio da lungo tempo...
Chiaro che non pretendo un weathering tipo l'ultimo X-Wing che ho fatto !!!
Salute e Latinum per tutti !
Bello
Comunque, nel cinema questi effetti sono cominciati con Star Wars, prima (vedi 2001) la astronavi erano "pulite". E dato che questo film vuole essere in stile anni settante, mi sembra corretto il genere di astronave che hanno fatto. Che non è poi così diversa, per dire, da una navetta dell'Enterprise della serie classica.
S*
Beh, trovo tutto molto interessante. La discussione intendo. In ogni caso, per la cronaca si tratta di un film zero budget (nemmeno low), con tutto quello che ciò comporta. Certo avremmo potuto usare un modello 3d ed in parte mi sono pentito della cosa, ma volevamo provare a creare un'atmosfera più datata e sarebbe stata una contraddizione. Anche perchè abbiamo girato in una nave. Per quello che riguarda gli attori non saprei che dirvi. Gianpiero Aceto, il protagonista, a mio avviso è perfetto. Ed in ogni caso abbiamo fatto ciò che potevamo. Per la musica invece il cantante non è Riccardo Bacchi (tranne che in Space Oddity) ma Giacomo Voli. In ogni caso mi becco tutte le critiche negative e non, e ne approfitto comunque per ringraziarvi per aver dedicato del tempo alla nostra fatica.
Giorgio Magarò
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