Ambientato contemporaneamente nel passato, nel presente e nel futuro, Cloud Atlas abbraccia una gamma di generi diversi, tra cui anche la fantascienza, e ci illustra come gli eventi e le decisioni prese dalle persone in un determinato periodo possano avere ripercussioni imprevedibili nel tempo e

 incidere sulle vite degli altri.“Il punto è abbandonare l’idea che si tratti di sei storie separate. È una storia unica”, ha detto  Andy Wachowski. “Ciascuno dei periodi temporali si riflette sugli altri nel corso di tutto il film. Via via che ognuna di queste anime si evolve, la vediamo entrare in rapporto con le altre, e seguiamo la sua evoluzione nel tempo”.

Da parte sua, la Wachowski ha sottolineato come: “Parte del film si concentra su una grande storia d’amore che attraversa diverse vite, e noi la vediamo in singoli momenti, non tutta in una volta. È un altro dei temi del film: l’amore può far cambiare direzione alla nostra vita in qualsiasi momento”.

Amici da tempo, i tre registi si sono trovati in piena sintonia su come sviluppare il film e su quale direzione far procedere le varie intricate vite dei personaggi.

A tal proposito, Tykwer ha affermato che: “All’inizio è stato questo che mi ha attratto del lavoro di Andy e Lana: la convinzione che si possano coinvolgere al tempo stesso il cuore e la mente. Si può avere questa magnifica fusione di tematiche interessantissime e al tempo stesso di immagini e storie che ti travolgono”.

Anche Lana ha sottolineato gli aspetti interessanti della trama: “Ci piace fare film che siano emozionanti, divertenti e romantici, ma che affrontino anche delle idee. Cerchiamo sempre quando lavoriamo di offrire diversi livelli o modi di godere dei nostri film: visivamente cerchiamo di mostrare cose che il pubblico non abbia mai visto prima, emotivamente tentiamo di offrire emozioni o azioni o storie d’amore che possano soddisfare il bambino che è in noi, così come nel pubblico, e infine puntiamo a offrire nuovi punti di vista o idee su argomenti molto personali o riflessioni importanti per la vita quotidiana”.

I tre registi-sceneggiatori hanno portato ancora più avanti quest’idea e sullo schermo la rinascita è rappresentata invece dalla continuità visiva degli attori che ricompaiono da un’epoca all’altra, per fare un altro giro sulla ruota del karma. Tykwer ha detto: “Mentre discutevamo di come i personaggi si legano fra loro nel corso del tempo, e di come a volte sembra che una persona porti a compimento quello che un’altra ha cominciato centinaia di anni prima, abbiamo pensato: ‘Perché non tenere lo stesso attore per interpretare un’anima nel corso del tempo?’ Perché non stabiliamo il cast sulla base dell’idea che ciascun attore può interpretare ruoli diversi che, insieme, rappresentano l’evoluzione di una singola entità?”

Insomma, è evidente che è difficile spiegare a parole un film ambizioso e ricco di personaggi e situazioni incastrati in trame e sottotrame che si dipanano tra passato e futuro per offrire una possibile lettura allo spettatore, ossia che tutto è connesso: le nostre vite e il mondo, il passato e il futuro. Ma la domanda è: il pubblico è pronto per uno spettacolo del genere e con queste forti tematiche?