Originariamente concepito come una serie di scene con attori in carne e ossa utili a dimostrare le potenzialità di alcuni tool per effetti speciali digitali, Memorize si è trasformato presto in un corto sci-fi a tutto tondo. Con alcuni espliciti limiti: il budget (vicino allo zero) e le doti attoriali dei protagonisti (vicine anch’esse allo zero, come ammettono gli stessi protagonisti). Nonostante ciò, il corto merita uno sguardo, se non altro per vedere dove si può arrivare oggi con una telecamera (in questo caso una 5-D Mark II) e qualche semplice software di CGI. Jimmy Eriksson ed Eric Ramberg, due ragazzi svedesi, hanno poi chiesto l'aiuto di parenti e amici come attori improvvisati, mentre il protagonista è lo stesso Ramberg.

Siamo nel 2027 e il crimine è ormai quasi debellato, grazie a unità di memoria impiantate nei cittadini, le quali registrano tutto. La polizia ha la facoltà di attingere a quel materiale in tempo reale a scopo di indagine e – un po’ in stile Judge Dredd – per giudicare e punire i colpevoli sul posto. Ovviamente si tratta di uno spunto per una sana iniezione di azione in pieno stile videogioco con effetti speciali non sempre convincenti, ma spesso ben curati.

Eriksson in effetti proviene dal mondo dell’intrattenimento elettronico, avendo lavorato per grandi case di produzione per videogame. Ed è l'ennesima testimonianza di come, per figure simili alla sua, il confine fra videogame e film non abbia più molto senso, potendo trasferire il know how maturato nel primo campo sul secondo. E soprattutto potendo contare su manager come Scott Glassgold, lo stesso che ha lanciato Jesus Orellana e il suo Rosa (presto sul grande schermo, eccoil link al corto) e Stephen Zlotescu con True Skin (anch'esso in produzione come lungometraggio, ecco il link al corto). Ce la farà anche Memorize, il cuginetto povero e un po' meno originale di tanti titoli, come ad esempio Johnny Mnemonic, Minority Report e Totall Recall?