Due in un colpo solo. Last Resort e 666 Park Avenue sono destinate infatti a finire nel cimitero delle serie televisive dopo solo tredici episodi. A qualcuno mancheranno, a qualcuno si libererà tempo per dedicarsi ad altri telefilm, a qualcuno affiorerà il sorriso sulle labbra che si accompagna al classico: "l'avevo detto, io!". La stagione televisiva statunitense non è neppure a un quarto del suo percorso ed ecco che arrivano le prime vittime, anzi una coppia di vittime accumunate dallo stesso percorso di inizio e di fine.

Il 16 novembre è stata annunciata la cancellazione delle due serie trasmesse dalla ABC: sono iniziate nella stessa settimana (le premiere erano state il 27 settembre per Last Resort e il 30 per Park Avenue, anche se di Last Resort era stato diffuso il pilot in rete con un certo anticipo), per entrambe era stato fatto un ordine di due sceneggiature extra (che adesso non saranno trasformate in episodi completi), per entrambe la stagione si concluderà al tredicesimo episodio.

Il motivo? Il network ABC non si può permettere di avere ascolti così bassi. La buona notizia, almeno per i fan delle due serie, è che le intenzioni sono quelle di trasmettere tutti gli episodi di cui è prevista la produzione, ovvero di arrivare fino al tredicesimo.

Last Resort (trasmessa in Italia su Fox con un ritardo di circa due settimane) malgrado un inizio incoraggiante sia a livello di critica che di pubblico (9,3 milioni di spettatori), è andata presto incontro a un brusco calo che l'ha portata ad affondare fino a soli 5,8 milioni al settimo episodio e a un rating di 1.3 nel giovedì sera (fascia 18-49 anni). Niente onda lunga quindi.

Su Twitter i commenti di Autumn Reeser (la lobbista a Washington), di Shawn Ryan e Karl Gajdusek (creatori della serie) e di Jesse Shram (moglie del vicecomandante) che assicurano la messa in onda dei restanti episodi con la promessa che saranno esaltanti ed esplosivi.

Evidentemente la trama non ha fatto presa sul pubblico: forse per i momenti di stanca e di rallentamento di ritmo quando la scena si spostava all'esterno del sottomarino, forse per il timore che la situazione di stallo che è alla base della serie si cristallizzasse episodio dopo episodio in un ripetitivo assalto a Fort Alamo, forse perché agli abitanti degli Stati Uniti non piace che possa essere messo in dubbio che, non tanto il loro governo, quanto la loro nazione, non stia facendo la cosa giusta a livello internazionale.

A 666 Park Avenue non è bastato il carismatico Terry O'Quinn per attirare il pubblico. Partito con 6.9 milioni di spettatori, la serie (in onda la domenica) ha subito una rapida erosione fino a 3.9 (e 1.3 di rating) con il settimo episodio dal titolo (profetico) "Discesa a spirale".

Forse l'horror e le case infestate abitano meglio nelle reti via cavo, dove servono numeri più blandi per sopravvivere e dove si concentrano più spettatori amanti del genere (vedi American Horror Story), forse una scena fin troppo patinata come la New York mostrata nella serie non va bene per una rete così "family oriented", forse i fantasmi è meglio lasciarli nelle magioni inglesi (le somiglianze con Bedlam ambientato in un più convincente ex manicomio trasformato in appartementi erano parecchie).

Anche O'Quinn ringrazia su Twitter e tira avanti.