Intorno a me, iniziava a calare una densa lanugine dalle forme più varie, una nebbiolina scintillante tipica del periodo natalizio.  Da ogni vetrina fuoriuscivano le facce in 3D degli attori e delle attrici che invitavano a indossare t-shirt e calzoni in pret-olo-porter. Senza altri indugi, mi immisi di nuovo nel flusso del traffico e subito fui costretto a fare lo slalom tra i menù dei ristoranti Tex-Mex, China Blu e Eatalian Food che gracchiavano aleggiando sul bordo della strada.  

Assunsi la posizione aerodinamica, la testa a filo col manubrio, e sfrecciai tra le proiezioni di piatti rotanti, gli spiedi infilzati e i dolci presentati come fossero pacchi regalo. 

Ai miei lati, i totem di auto-aiuto rivolgevano ai passanti una selezione delle migliori esortazioni dei guru dai turbanti ultracolori. Emettevano consigli gratuiti in tono basso da didjeridoo – quasi un “ommm” da Nirvana perpetuo. Col volto bucherellato di spilli, la pelle cadente e la mente sgombra, offrivano tecniche d’ipnosi contro le debolezze del corpo e strumenti utili a potenziare quella che in gergo veniva chiamata la “resistenza eterea”. 

QUALSIASI FORMA DI ASTINENZA È UNA FORMA DI VIRTù  

Questo era il messaggio costante. A me non avevano mai convinto. Sarà che io sapevo astenermi, anche se a esclusione dei trasogni. 

Sul lato opposto del Rokin, delle spogliarelliste mimavano mosse oscene fuori delle loro finestre. Il marciapiede era tutto ingombro del vai e vieni dei turisti che tentavano di strusciarsi sulle loro riproduzioni. 

Amsterdam era un dataverso esploso! 

Peccato solo per i globi luminosi lungo la via che mi distraevano i pensieri. Dietro alle tendine grame da beghine, ognuno aveva il suo V-movimento a cui stare dietro. 

Superai il mio ufficio, un loculo co-work che spartivo con altri quindici free-lance sul grattaspazio prima della Rembrandtplein. Il GPS incorporato nella ciclo mi fece vibrare il manubrio. Il display mi avvertì subito del pericolo. 

INGORGO - SVOLTA SUBITO A SINISTRA - POI A DESTRA.  

Obbedì e passai dal retro canale sull’Amstel.  

Per colpa di quella deviazione, lasciai per strada ben quindici secondi. Arrivai comunque sul mercato di Waterlooplein, dove venivo spesso a vagabondare durante la settimana in cerca della kitscheria più in voga del momento globalizzato.