Malgrado l'atto scioccante e terribile avvenuto ad Aurora, Colorado, sia nato da una mente mostruosa che ha usato l'uscita del film solo come escamotage per poter creare il massimo dei danni, resta il fatto che già da tempo si sapeva che con questo ultimo atto il regista e il suo team avrebbero dato l'addio a Gotham city e al suo vigilante più famoso.

E Nolan lo ha fatto letteralmente, scrivendo l'introduzione al libro The Art and the Making of The Dark Knight Trilogy, che è arrivato nelle librerie americane in concomitanza con l'uscita cinematografica.

Solo che non si tratta di una semplice introduzione, ma di una dichiarazione d'amore e un intenso addio, che è stato riportato in tutto il mondo:

"Alfred, Gordon, Lucius, Bruce... Wayne. Nomi che hanno significato molto per me. Oggi sono a tre settimane dal dare l'addio definitivo a questi personaggi e al loro mondo. È il nono compleanno di mio figlio, che è nato mentre il Tumbler veniva incollato nel mio garage con pezzi presi da vari kit di montaggio. Molto tempo, molti cambiamenti. Un notevole cambiamento dai set in cui una sparatoria o un elicottero erano eventi straordinari, per passare a gestire centinaia di comparse, demolizione di palazzi e scontri violenti sospesi in aria.

La gente mi chiede sempre se avevamo davvero in mente una trilogia. E' come chiedere se volevi crescere, sposarti e avere dei figli. La risposta è complicata. Quando David (Goyer) e io ci siamo incontrati la prima volta per costruire la nostra storia su Batman, avevamo flirtato con l'idea di cosa potesse venire dopo, ma poi ci eravamo tirati indietro, non volevamo guardare troppo nel futuro.

Non volevo sapere nulla che Bruce non sapesse, volevo vivere con lui.

Dissi a David e a mio fratello che dovevano mettere tutto quello che sapevano in ogni singolo film mentre lo giravamo. L'intero cast tecnico e artistico ci ha messo tutto sé stesso, senza trattenere nulla, senza salvare qualcosa per la volta dopo. 

Costruirono un'intera citta, poi Christian, Michael, Gary, Morgan, Liam e Cillian ci andarono a vivere dentro.

Christian assorbì una grossa parte del mondo di Bruce e lo riportò con grande intensità, senza far mai pensare alla natura fantasiosa dei metodi di Bruce. 

Non ho mai pensato che avremmo fatto un secondo capitolo. Quanti buoni sequel ci sono, perché correre il rischio di lanciare quei dadi?

Ma quando ho cominciato a vedere dove avrebbe portato Batman, a vedere uno spiraglio sull'antagonista, divenne essenziale. 

Rimettemmo insieme il team e tornammo a Gotham. Era cambiata in tre anni.

Più grande, più reale, più moderna. E una nuova forza del caos stava facendo la sua comparsa: il definitivo clown del terrore, portato in vita in maniera terrificante da Heath. Non ci siamo trattenuti, ma ci sono state cose che non abbiamo potuto fare: un bat-costume con il collo mobile, girare in Imax.

E cose che non avevamo avuto il coraggio di fare: distruggere la bat-mobile, bruciare i soldi sporchi di sangue del cattivo per mostrare il suo totale disinteresse per i moventi tradizionali.

Abbiamo preso la rassicurante sicurezza data da un sequel, abbiamo buttato la cautela al vento e ci siamo diretti verso l'angolo più oscuro di Gotham.

Non ho mai pensato di fare un terzo capitolo. Esistono dei buoni secondi sequel?

Ma continuavo a pensare alla fine del viaggio di Bruce e una volta che io e David lo abbiamo scoperto, dovevo vederlo di persona.

Siamo tornati a quelle cose che avevamo solo sussurrato in quei primi giorni nel garage. Dovevamo fare una trilogia. 

Ho richiamato tutti per un ultimo tour di Gotham

Quattro anni dopo era ancora lì. sembrava più pulita, più lucida.

Wayne manor era stata ricostruita, facce familiari facevano il loro ritorno, più vecchie, più sagge... ma niente era come sembrava.

Le fondamenta di Gotham erano marce, un nuovo male emergeva dal profondo. Bruce pensava che non ci fosse più bisogno di Batman, ma si sbagliava, io mi sbagliavo. Batman doveva tornare, immagino che debba farlo sempre.

Michael, Morgan, Gary, Cillian, Liam, Heath, Christian... Bale. Nomi che hanno finito col significare molto per me.

Il mio periodo a Gotham, seguendo le tracce della figura pop più famosa del mondo, è stata la più grande sfida e la maggiore soddisfazione che un filmmaker possa sperare.

Mi mancherà Batman. Mi piace pensare che anch'io gli mancherò, ma non è mai stato molto sentimentale."