Se in Minority report per prevenire i crimini servivano delle persone dotate di poteri immerse in una vasca, dando allo spunto narrativo una direzione per ovvie ragioni irraggiungibile (almeno oggi, in futuro chissà), in tempi recenti due nuove versioni di un possibile controllo della criminalità hanno fatto la loro comparsa, in due campi molto doversi.

We have a new number, mister Reese, è la frase che apre le danze in Person of Interest grazie a un supercomputer in grado di controllare tutto e tutti contemporaneamente, anticipando i crimini imminenti e all'instacabile lavoro di Mister Finch (Michael Emerson), l'unico in grado di relazionarsi con una Macchina che sembra avere più vita propria di quanto non appaia.

Person of Interest ha fatto un passo avanti rispetto allo spunto del film di Spielberg: in fondo già ora è possibile controllare gli spostamenti e le azioni delle persone, ma cosa succederebbe se fossimo in grado di analizzare comportamenti, potenziali criminali, persino i luoghi in cui i crimini avverranno?

Polizia predittiva

La risposta la stanno sperimentando alcuni distretti della polizia di Los Angeles, tra cui l'area della San Ferdinando Valley, dove si sta sperimentando la Polizia predittiva, che non si basa però su un qualche tipo di premonizione, ma su uno specifico algoritmo in grado di analizzare i dati in arrivo da un'area specifica e decidere dove sarà necessario inviare forze di polizia aggiuntive.

L'algoritmo effettua una vera e propria mappatura del crimine, determinando dove possono agire i criminali in base al tipo di crimine, i precedenti, e la definizione di specifiche aree a rischio (chiamate hot spot).

Malgrado ovviamente il capo della polizia di Los Angeles Sean Malinowski non desideri entrare troppo nel dettaglio del funzionamento della loro Macchina, ha dichiarato che nelle aree in cui è in uso il crimine è sceso del 13% rispetto a tutti gli altri quartieri della città, al punto che ora altre città come Memphis, Charleston e Minneapolis hanno in programma di utilizzarla.

Come funziona?

Il sistema si chiama CompStat e si basa sui crimini avvenuti in precedenza, gli schemi di comportamento, l'effettiva dislocazione dei criminali e quindi la necessità di inviare agenti nell'area per prevenire i possibili crimini.

Lo scopo infatti non è di compiere più arresti, ma di impedire il crimine prima che si creino le circostanze idonee alla sua esecuzione.

Il software genera delle cosidette scatole di predizione, ovvero aree specifiche della città con un area quadrata di circa 150 metri di lato, e invia agli agenti il messaggio di andare a guardare nella scatola specificata.

"Voglio distruggere le potenziali attività prima si compiano, evitare del tutto gli arresti." dice Malinowski.

Jeff Brantingham, professore di antropologia all'università della California, aggiunge che i dati si basano sull'analisi dei comportamenti criminali, la ripetizione di atti di violenza e la nozione che i criminali tendono a non allontanarsi mai dall'area che conoscono meglio.

Al momento il sistema è in uso in cinque distretti, per un area di circa 200 chilometri quadrati e 1,3 milioni di persone.

Un esempio pratico di quando la realtà è la fantasia si incontrano è arrivato da un capitano di polizia, che aveva rilevato una scatola predittiva ai margini della sua area. Aveva inviato un agente a controllare, senza che trovasse nulla, ma alcune notti dopo tornando nell'area ha fermato un uomo che stava facendo irruzione in una casa.

Un potenziale grande fratello?

Andrew Guthrie Ferguson, assistente alla facoltà di legge della Columbia University che ha scritto un saggio sull'argomento, ha definito la polizia predittiva un'idea seducente, ma che va anche controllata per evitare che vengano realizzati profili basati solo sulla razza o che si finisca con lo stereotipare un'area.

Ma aggiunge anche che ci sono forti pressioni per espandere questo sistema a livello nazionale e scoprire se può funzionare.

E non solo, 200 dipartimenti di polizia nel mondo hanno fatto richiesta di poter sperimentare il software.

Per Jeff Brantigham, la polizia predittiva è il futuro della lotta alla criminalità e probabilmente ha ragione, ma sicuramente non guarderemo più le telecamere sparse per la città nello stesso modo, perché ci sembrerà sempre più spesso che ci stiano osservando.