Oggi: un giorno qualsiasi, ad un’ora qualunque. Una luce accecante. Un salto spazio-temporale. Siamo nel passato: il luogo è l’America, l’anno è il 1938. Siamo in una casa. Sul caminetto c’è una radio accesa. La musica è quella della Comparsita, eseguita dall’Orchestra di Ramon Raquello. Un annunciatore anonimo interrompe il programma musicale e riferisce, con tono trafelato, una notizia straordinaria: i marziani sono sbarcati nel New Jersey. A questo primo annuncio, seguono altre comunicazioni, tra le quali, un drammatico discorso del Ministro degli Interni. Milioni di ascoltatori, attoniti, prestano orecchio alla radio, e alcuni di loro si fanno prendere dal panico, fuggendo in tutte le direzioni, dalle città in campagna o dalla campagna in città. 

In quello stesso anno, nelle edicole americane furoreggia un albo a fumetti che narra le avventure di un alieno - vestito di una sgargiante tuta blu, con una enorme esse rossa disegnata all’altezza del torace – che è in possesso di poteri eccezionali, come una super velocità, una super forza e una super vista ai raggi X.

Sempre nel 1938, al cinema c’è la proiezione di un nuovo serial in 15 episodi di Ford Beebe e Robert Hill e con Larry “Buster” Crebbe nel ruolo del protagonista, ovverosia un atletico e giovane uomo che viene, suo malgrado, inviato sul pianeta Mongo, dove dovrà fronteggiare vari nemici, tra cui il più pericoloso è l’Imperatore Ming.

Ancora, nelle edicole si può acquistare un pulp magazine diretto da John W. Campbell jr., in cui compaiono storie di un genere narrativo che ha fatto della scienza e della fantasia i suoi elementi di base.

Nel primo caso, la trasmissione radiofonica, era in realtà un falso, una fiction diremmo oggi. Ad architettarla fu un giovane attore e regista che rispondeva al nome di Orson Welles, che pescando liberamente dal romanzo di Herbert G. Wells La Guerra dei mondi (1898), sfruttò l’enorme potenziale comunicativo della radio. Superman, il supereroe a fumetti creato da Joel Shuster e Jerry Segal, furoreggiava nelle edicole, così come la rivista di fantascienza Astounding Stories. Al cinema i serial cinematografici precedevano o seguivano la proiezione dei film, e tra i più gettonati c’erano quelli tratti dai fumetti, come Flash Gordon's Trip to Mars.

Quattro rappresentazioni, diverse nella forma e nel contenuto, ma tutte appartenenti al genere fantascienza che ha attraversato il Novecento, segnando l’immaginario collettivo di milioni di spettatori/consumatori nel mondo.

Tutti e quattro gli episodi, inoltre, sono riconducibili ad un unico fenomeno che ha interessato la cultura occidentale, tanto in Europa quanto in America: la costruzione di un Immaginario Collettivo basato sui prodotti tipici della cultura di massa.

L’Immaginario collettivo contemporaneo nasce proprio da questa cultura e dalle tecnologie della comunicazione di massa e non c’è dubbio che sia fortemente collegato con la civiltà dei consumi e le forme dello spettacolo. Per questo motivo proponiamo una metafora per delimitarlo: un immenso magazzino, dove è possibile trovare tutto e il contrario di tutto. Dopo oltre un secolo di narrativa di massa, cinema, fumetto, e mezzo secolo di televisione, restando nella metafora, possiamo girare con il nostro carrellino e scegliere di leggere un vecchio romanzo di fantascienza o un vecchio albo di Superman, guardare un film horror in bianco nero oppure l’ultima puntata di un telefilm di successo come Lost. Ognuno è libero di costruirsi il proprio palinsesto culturale facendo appello alla dinamica memoria personale-memoria collettiva.