- Il mio nome è Mitsuo Kanaga. -  rispose con una voce che della nostra età aveva solo il timbro, ma che giunse colma di una sicurezza di sé che a noi suonava sconosciuta, prima di darci le spalle e iniziare a camminare lentamente verso valle. **** 

Anche se si è come noi, a nove anni non si è che bambini. Si hanno le paure dei bambini, si hanno i loro desideri. Ma su Ramsar, come in tutto il sistema di Harris, essere bambini è spesso un lusso puramente anagrafico, che cede presto il passo alla necessità di difendere la propria incolumità e comprendere il proprio scopo nella vita.

Trascorsi i giorni successivi a tentare di dare un senso all’accaduto.

A mia conoscenza, Ramsar era il luogo in cui, per varie generazioni, i pochi clan degli oppositori degli Harris si erano potuti ritagliare una degna cornice alla propria esistenza. Io rappresentavo l’inizio dell’ultima generazione di costoro.

Un planetoide roccioso, con la quota minima di vegetazione sufficiente a ospitare la sparuta popolazione che vi risiedeva ormai stabilmente, facilmente controllabile per la sua posizione eccentrica rispetto alle altre lune. Una specie di esilio protetto, concesso ai nemici degli Harris come alternativa a una condanna a morte che avrebbe segnato un pericoloso precedente fra clan. La segreta fratellanza fra le famiglie dei potenti andava ben al di à dell’appartenenza a diversi partiti, e il rispetto per il sangue dell’esistenza forte doveva superare l’odio personale in base a una precisa legge non scritta di auto - conservazione del privilegio.

Ma non ne sapevo ancora abbastanza da riuscire a farmi una ragione di quanto avevo visto. La gabbia dorata che mi aveva protetto da insidie ben più temibili annidate nei pianeti maggiori non lasciava trapelare molto sulla verità degli esseri umani e solo da quel momento, iniziando a camminare con le mie gambe, avrei avuto l’opportunità di scoprirla.

Perché Arkad odiava tanto l’inerme Ardelan? Che minaccia poteva rappresentare per lui? E perché mi ero schierato apertamente in difesa di quel ragazzo che, per quanto ne sapevo, poteva dunque essere un mio nemico? E soprattutto, chi era Mitsuo Kanaga, e da dove derivava un potere mentale tanto vasto che non ne avevo mai sentito parlare in precedenza, nemmeno fra gli Hassadiani? E perché aveva fermato Arkad e salvato Ardelan?

Ne parlai dapprima con Mikka, che non seppe dirmi molto, oltre al fatto che Mitsuo proveniva da un villaggio non molto vicino al nostro, e che nonostante quanto avevamo visto, era giunta dalle nostre parti per essere ammessa al clan del sindaco, in quanto apparteneva a un blasonato gruppo familiare di antica stirpe. Anche lui, in ogni caso, sembrava ignorare le ragioni dell’odio dei fratelli Iskenderian, ma mi disse che di certo Arkad non poteva non aver avuto le sue buone ragioni per comportarsi in quel modo.