- Che diavolo succede? - domanda una voce.- È uno sporco spacciatore... - urlo con fatica aggrappato al mio incubo - E'  un traditore della “Security”. Ha un'interfaccia illegale nello sterno...

Percepisco un inizio di collutazione.  - Ti verrò a riprendere - grida. Il suo urlo di rabbia viene soffocato da un gancio allo stomaco che gli impedisce di proseguire le sue minacce. Sento sopraggiungere altro personale che blocca e smaschera definitivamente il carceriere che mi ha offerto emozioni d'elettronica liquida.

Sono accovacciato perterra avviluppato nell'umido che trasuda dalla cella. Provo come una sensazione liberatoria, di benessere, una battaglia vinta contro la parte negativa di me stesso. L'intenso sogno che ho vissuto così realmente ha dato uno scossone violento alla mia esistenza, alle oasi di pensiero positivo, dimenticate in angoli oscuri dell'anima. Spero che l'intensità di questa visione non si sgretoli nel tempo, ma che rimanga forte e vivida nei miei pensieri.

Non credo che uscendo di qua Hellen sarà disposta a rimanere al mio fianco, a stringermi tra le braccia come una delicata statuetta di ceramica.  Dovrò cavarmela da solo. Ho capito, dall'incubo che mi ha portato a morire senza alcun senso, che la più grande nemica che abbiamo è radica silenziosa dentro noi stessi e porta il nome di debolezza psicologica. E' con essa che devo combattere. Dopo il terrificante sogno, così profondamente reale, mi sento paradossalmente molto più tenace e determinato, pronto ad affrontare dure battaglie, cercando di evitare di perdere la guerra contro il tacito male che tende a crescere in luoghi oscuri del nostro essere. 

Non sarà facile liberarsi dalla dipendenza dei disturbatori sonori, sradicatori dell'anima e falsi ricucitori di ferite interiori.  Con Hellen o senza Hellen cercherò di farcela. Dopotutto una compagna può darti una mano, ma solo tu puoi veramente decidere di salvarti dal catatonico isolamento emozionale. 

Un giorno o l'altro ce la farò a venirne fuori definitivamente.

Ora devo solo togliermi di dosso questa voglia di “virtual sound” che torna nuovamente a crescere, avvolgendo il mio corpo come miele dolce e appiccicoso.