- Io volevo solo…- Voleva cosa? Cosa si può volere al di fuori del bene comune? Lei è solo un povero egoista! Un narcisista destinato all’estinzione! Un anacronistico fuorilegge senza futuro! Un improduttivo libero pensatore!- Aiutatemi! - l’uomo esplose in un pianto liberatorio.- Siamo qui per questo, signore! Non l’abbandoneremo in questo posto da solo… - rispose l’altro agente, poggiando una mano sulla spalla del delinquente.- Grazie!- Venga con noi, signore! In Centrale ci sono persone specializzate che la sapranno aiutare con professionalità e amore.

- Grazie, grazie… Sono stato proprio uno stupido! Per fortuna che ho incontrato voi… - L'uomo cedette all'abbraccio fraterno della società omologata e sana. Il suo ridicolo progetto solitario era stato prontamente estirpato sul nascere.

- Non si preoccupi… Si fidi di noi! Vedrà che guarirà e tutto ritornerà come prima!

L’imbrunire avanzava come sempre, circondando le buie periferie del centro cittadino caldo e luminoso. La settimana era cominciata con l’energia e l’ottimismo di sempre: la gente, abbandonando diligentemente le gioiose piazze della visione collettiva, si dirigeva con spirito produttivistico verso i luoghi di quella sacrosanta socializzazione che animava da tempo immemorabile il motore del mondo. Il Sapere Comune era stato adeguatamente elargito e il garbato attrito causato dall’incontro di quelle omogenee particelle umane durante la visione, aveva ricaricato le batterie sociali della comunità.

La triste e lenta cultura dell’uomo antico era stata sostituita dall’informazione liofilizzata e pregustata dai palati dei nuovi padri.

L’inadeguatezza del solitario sarebbe diventata un triste ricordo da archiviare.

Nessuno, mai più, sarebbe rimasto solo.