Si torna a pronunciare il nome di un grande scrittore della fantascienza che ha segnato con le sue opere tutta un’epoca della fantascienza: Alfred Elton van Vogt. Viene infatti pubblicato il romanzo Computerworld. (Computerworld, 1983), uno degli ultimi lavori dell'autore prima di essere aggredito dal morbo di Alzheimer. L’autore, dopo questo romanzo ha scritto ancora altri due romanzi: Null-A Three e To Conquer Kiber. Pertanto, come afferma Riccardo Gramantieri nella sua interessante introduzione al volume, "Glay Tate è l’ultimo grande salvatore dell’umanità descritto da van Vogt, e il Computer il suo ultimo grande nemico".

Computerworld, che a suo tempo fu pubblicato anche con il titolo di Computer Eye, ci narra di un mondo futuro quasi completamente dominato e controllato, attraverso una miriade di occhi elettronici, da un supercomputer. A prima vista il romanzo conduce il lettore a pensare una sorta di 1984 di George Orwell, ma l’accostamento più appropriato è forse quello con Questo giorno perfetto, romanzo di Ira Levin, anche se nel mondo descritto da Levin il controllo delle persone è ancor più estremo.

Il supercomputer descritto da van Vogt ha caratteristiche peculiari, può addirittura "vedere" l’aura di ogni singolo essere e ne può influenzare l’attività. È chiaro che questo controllo continuo non è gradito a molti, da qui l'epica lotta del protagonista contro il supercomputer.

L'autore

Alfred Elton van Vogt (1912-2000) è stato tra i grandi scrittori di fantascienza del ventesimo secolo. Esordì nel 1939 con il racconto R distruttore nero, che alcuni fanno coincidere con l'inizio dell'Età d'Oro della fantascienza. Noto in Italia fin dai primi anni Cinquanta, tra i suoi molti romanzi spiccano Slan, il ciclo dei Fabbricanti di Armi di Isher, il ciclo del Non-A.

Sinossi

Un computer superpotente domina parte del mondo. Tutto è sotto il suo controllo tramite occhi elettronici, spesso affiancati da armi laser. Può persino percepire l’anima umana, sotto forma di sfere dorate che avvolgono i corpi, e arriva a influenzarla immagazzinandone l’energia. C’è chi si oppone a questo stato di cose... e c’è chi desidera sfruttarlo per accrescere il proprio potere. Ma siamo sicuri che il computer sia così disposto a lasciarsi controllare? 

A.E. van Vogt, Computerworld (Computerworld, 1983), traduzione Riccardo Gramantieri, Edizioni Della Vigna, collana La Botte Piccola, pagg. 270, euro 14,50