Inoltre è sempre nel secondo livello, quello del bordello, che l'autore, utilizzando le convenzioni visive (abbigliamento e make-up) del lavoro sessuale, legittima “l'uso” delle ragazze per la prostituzione e la pornografia con un semplice strato superficiale di glamour e fascino. Queste povere ragazze costrette a prostituirsi (tanto che la verginità di Baby Doll viene venduta al miglior offerente, High Roller, il personaggio interpretato da Jon Hamm), non hanno alcun controllo sugli abusi che subiscono e dovrebbero essere rappresentate come figure tragiche e vittime impotenti, invece appaiono come delle dèe del sesso in abiti sgargianti, bustier di seta e lingerie di pizzo (alla Dita Von Teese per capirci) che riescono a manipolare gli uomini con il sesso e la danza. Questa è chiaramente l'idea fantasiosa e hollywoodiana che Snyder ha della prostituzione, un po' in stile Moulin Rouge! In realtà la prostituzione non è affatto un mestiere glamour, altrimenti tra le prostitute non ci sarebbero alte percentuali di donne uccise, maltrattate e che soffrono di sindrome da stress post-traumatico (come i veterani di guerra!). Queste scene, poi, non offrono affatto un messaggio positivo né per le ragazze, perché non sono certo questi i role model con cui devono crescere le nostre figlie, né per i ragazzi, perché la sessualità delle ragazze viene presentata loro come strettamente legata alla prostituzione e quindi in funzione del piacere degli uomini. Il problema dell'abbigliamento e del make-up oggettificante e degradante continua nel terzo livello sui campi di battaglia con le uniformi da soldato che però nulla hanno a che fare con le necessità dell'azione militare. La protagonista Baby Doll è vestita da marinaretta come Sailor Moon, un chiaro riferimento alle uniformi liceali delle ragazze dei manga e degli anime giapponesi. Le sue guance rosa, il ventre scoperto, la minigonna “ascellare” e i ciuffetti da bambina mettono in mostra tutta la sua fresca adolescenza. Lo stesso accade per le altre ragazze, vestite con stivaloni, calze a rete, minigonne, pantaloncini, accessori sado-maso, scollature mozzafiato e naturalmente “il lecca-lecca”. Il risultato è che queste ragazze sono iper-femminilizzate e trasformate in bambole sessuali infantilizzate. Messe in mostra e oggettificate, diventano strumenti del piacere degli spettatori (uomini), viene loro negata l'autonomia come persone umane compresa la possibilità di agire per se stesse e non in funzione della sessualità di qualcun altro. Questo è il messaggio sotteso dalla scelta dell'abbigliamento e del make-up delle ragazze di Sucker Punch. Non so che cosa ci sia di più degradante.L'esposizione del corpo nei film d'azione non è ristretta naturalmente alle donne, ma c'è una differenza fondamentale tra eroi ed eroine, basti un confronto con un altro film di Snyder, 300. In quel film la semi-nudità degli eroi spartani serviva a mettere in risalto la loro virilità, mentre i corpi scultorei testimoniavano delle loro altissime capacità di guerrieri in battaglia. I soldati civili accorsi dalle altre città non spartane, non venivano rappresentati allo stesso modo, ma avevano un'aria più dimessa e “normale”, da bottegai. Le donne, invece, quando mostrano il corpo nelle scene d'azione sono messe in mostra come carne in vendita al miglior offerente, cioè il pubblico maschile, e devono mostrare tutta la loro femminilità e il loro sex appeal (e non avere mai un capello fuori posto) anche nelle scene più improbabili. In Sucker Punch, i loro corpi, anche se appaiono splendidi e atletici, in realtà sono umiliati e degradati dall'abbigliamento feticista che nel bordello e sui campi di battaglia le riduce esclusivamente a oggetti del desiderio maschile. Quindi l'esposizione del corpo negli eroi uomini serve ad amplificare la loro forza e il loro eroismo; nelle donne invece serve per ridurle a vittima sessuale e a distrarre il pubblico dalla loro forza mettendola in secondo piano. Lo stile registico, la fotografia, la scenografia, gli effetti speciali, tutte queste cose insieme contribuiscono a creare immagini estetizzanti, erotiche e piene di glamour e di fascino il cui unico contenuto narrativo però è la vittimizzazione, lo stupro, e infine la morte di queste ragazze. Questo non è un messaggio femminista.