Insomma, John Carter non è un supereroe. E l’attuale tendenza del cinema a proporci supereroi fa giustamente temere che il personaggio di Carter esca stravolto dall’esperienza cinematografica. A ciascuno, comunque, le sue conclusioni. È vero che il cinema si è già appropriato abbondantemente della più famosa creatura di Edgar Rice Burroughs, Tarzan. Nel 1914 usciva Tarzan delle scimmie, che riuniva in volume le prime storie del ciclo. E già nel 1918 uscì il primo film dedicato al personaggio, primo di una serie quasi infinita di film, fumetti, cartoni animati. Un successo di gran lunga superiore a quello che ottenne la pur fortunata saga di John Carter, e che permise a Burroughs e alla sua famiglia di trasferirsi in California e mettere su un grande ranch, battezzato Tarzana, dove lo scrittore è vissuto fino alla morte. Qui, oggi, risiede la società che gestisce i plurimilionari proventi dei diritti d’autore di Burroughs (alla sua morte, nel 1950, lasciò un patrimonio di dieci milioni di dollari), e nei suoi dintorni si è sviluppato un importante centro urbano inevitabilmente battezzato, a sua volta, Tarzana. Burroughs fu tutto questo, e molto altro. Ultra-sessantenne, s’imbarcò nell’avventura di reporter di guerra visitando il fronte del Pacifico isola per isola a bordo del suo aereo monoposto. Avventure che nulla hanno da invidiare alle straordinarie imprese di John Carter di Marte, e che il pubblico di oggi potrà scoprire in una sontuosa trasposizione cinematografica che, sicuramente, avrà il pregio di far riscoprire una pietra miliare della fantascienza di ogni tempo.