In questi giorni ABC, emittente orfana degli indici di ascolto di Lost, ha lanciato il suo (ennesimo) erede: si intitola The River, ma non ha alle sue spalle JJ Abrams o il dinamico duo Cuse/Lindelof, bensì Oren Peli, regista esploso al cinema con Paranormal Activity e qui in veste di creatore e produttore esecutivo, insieme a Steven Spielberg, che sembra avere messo radici ben salde in televisione.

La serie vuole unire due generi narrativi diversi tra loro: il mistero e le riprese degne di Cloverfield (o dello stesso Paranormal Activity, dove però almeno le macchine da prese stavano ferme). Nel telefilm si racconta la storia di una troupe televisiva inviata in Amazzonia per scoprire cosa è accaduto a un famoso esploratore televisivo, scomparso mentre girava un episodio del suo viaggio avventuroso.

Parlando con Blastr, il produttore esecutivo Zach Estrin ha così descritto il telefilm: "È una serie per famiglie che vi spaventerà a morte. Solleticherà quelle parti del vostro cuore e della vostra mente che di solito non usate e non ci sarà nulla di tradizionale in quello che vedrete".

Quindi cosa dovremmo aspettarci? "La gente uscirà dal pilot con un sacco di domande su quale sarà il tono del telefilm e noi faremo di tutto per creare un vero e proprio film autoconclusivo in ogni episodio, intorno ai quali ruoterà un mistero più grande."

In pratica il telefilm seguirà l'approccio più tradizionale e meno rischioso: "Per cui ogni volta che ti sintonizzerai ti troverai davanti un inizio-svolgimento-fine, mentre alcune domande troveranno risposta la settimana seguente. Guardando il pilot potresti pensare che sia una storia piena di misteri con un lungo arco narrativo, ma noi ti stupiremo non facendolo ma raccontando una storia autoconclusiva ogni settimana".

E aggiunge: "Abbiamo parlato di molte cose che fanno paura là fuori: alcune sono sovrannaturali, altre sono umane, altre siamo noi stessi. Ogni settimana ci sarà qualcosa che vi spaventerà. Ci sono personaggi che fanno scelte discutibili e compiono azioni altrettanto discutibili, è un gran lavoro sulle spalle degli attori".

Per Estrin, la telecamera è l'unico personaggio protagonista del telefilm: "È qualcosa che rende tutto immediato. Avviene qualcosa nel subconscio quando la telecamera è tenuta da uno dei protagonisti, la reazione della telecamera diventa un personaggio del telefilm. Per cui se vedi qualcosa che ti fa saltare, anche la telecamera salterà e questo ti farà sentire come se stessi vedendo la tua stessa prospettiva. È qualcosa di viscerale. Noi non staccheremo mai dal punto di vista del cattivo o del mostro, come si fa spesso in tv. Qui, tu vivrai le esperienze dei protagonisti mentre le vivono loro".

La partenza con gli indici di ascolto del pilot non è stata delle migliori: secondo i dati di Tvbythenumbers, ormai più che affidabile, il doppio episodio ha avuto 8 milioni 200 mila spettatori, con 2,4 punti di rating nella fascia 18-49 anni per la prima ora, e di 2,2 nella seconda.

Se considerate che dopo il pilot gli indici di ascolto tendono a scendere e che sotto i due punti la ABC non ritiene economico tenerti in onda, il varo di The River si può definire tumultuoso. Inoltre, questa prima stagione ha a disposizione solo otto episodi (compresi i due del pilot) per dimostrare quanto vale.

Che dire, ce la farò The River o sarà solo un altro mancato erede di Lost? Se volete farvi un'idea, trovate il trailer nelle Risorse in rete.