Ha ragione Niccolò Ammaniti quando afferma: “Io consiglierei ad un analfabeta di imparare a leggere solo per poter conoscere Lansdale”. Non si può dargli torto, perché leggere un racconto o un romanzo di Joe R. Lansdale, uno tra i più visionari fra gli autori americani contemporanei, è un’esperienza fuori del comune, una vera delizia per il palato del lettore.

Nato nel 1951, nel Texas, Lansdale è autore di una ventina di romanzi, di oltre 200 racconti, e di una dozzina di raccolte di racconti e sceneggiature per fumetti, dal 1980 ad oggi. Storie che spaziano dal giallo al noir, dall’horror alla fantascienza, fino al romanzo storico. I suoi personaggi vengono dal cuore del Texas, dal cinema, dai fumetti, dalla TV, dalla musica e dalla cultura pop. Attento anche al sociale, i suoi romanzi sono spesso fotografie della realtà americana che si riflette come uno specchio anche nella cultura occidentale.

Tra i libri pubblicati in Italia – pubblicati da Einaudi e Fanucci - ci sono Atto d’amore, l’esordio di Lansdale; La notte del drive-in; Il lato oscuro dell'anima; Fiamma fredda; Freddo a Luglio; i romanzi Mucho Mojo, Il mambo degli orsi, Rumbe Tumble, Bad chili, Una stagione selvaggia con la coppia di detective Hap Collins e Leonard Pine, uno bianco e repubblicano, l’altro nero, gay e liberal; L'anno dell'uragano; il giallo storico Sotto gli occhi dell’alligatore, ambientato nel Texas della Depressione, negli anni Trenta. Le antologie Maneggiare con cura e Tramonto e polvere. I suoi romanzi più fantascientifici, anche se le definizioni per uno scrittore come Lansdale sono sempre restrittive, sono probabilmente quelli della saga del Drive-in, pubblicati da Einaudi, ma di cui i primi due sono apparsi su Urania.

Ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti, tra cui l'Edgar Award e il Bram Stoker Horror Award (sei volte).

Lo abbiamo incontrato in un suo recente tour per l’Italia e gli abbiamo rivolto alcune domande sulle sue influenze letterarie e non, in particolare nella fantascienza di cui lo scittore texano è un grande appassionato.

 

Tu hai scritto romanzi e racconti di quasi tutti generi narrativi, dalla fantascienza al western, dal noir al thriller fino all’horror e spesso mescoli questi generi nelle tue storie. È un processo naturale questa contaminazione o è voluta esplicitamente?

No, è qualcosa che mi viene naturale. Non è una cosa studiata a tavolino, anche perché il lettore avrebbe colto la forzatura di una tale operazione.

Se penso a queste al complesso della tua narrativa mi viene in mente una serie televisiva come Ai Confini della Realtà…

È una serie che adoro. Anzi ti dirò che una volta sulla rivista ufficiale della serie è uscito un mio racconto che altro non era che la continuazione del racconto di Richard Matheson Prey del 1969. Matheson è davvero uno dei grandi scrittori della letteratura fantastica.

Da dove prendi spunto per le tue storie?

Molto dipende dal tipo di storia che intendo raccontare. A volte delle storie possono partire da un episodio apparentemente insignificante. Ad esempio, una volta mia moglie mi regalò un dinosauro gonfiabile e io gli misi un capellino della Disney e guardando questo pupazzo mi venne in mente una storia di un dinosauro che va a Disneyland, spunto che poi è diventato un racconto. Altri spunti possono essere i più vari: fatti che leggo sui giornali o dai romanzi che leggo.