Non è difficile trascurare un paese geopoliticamente “minore” come il Canada. Eppure, nel panorama della letteratura fantastica, nella ricerca scientifica, nelle elaborazioni teoriche sul rapporto fra società e modernità avanzata, proprio il Canada è da anni diventato un luogo da prendere a modello. La terra natale di Marshall McLuhan e Margaret Atwood e quella adottiva di Judith Merril e William Gibson è ormai la nazione di tanti autori di primo piano nella fantascienza di lingua inglese: un nome su tutti, Robert J. Sawyer.[1]

Non è difficile trascurare un autore che quasi sempre scrive romanzi e racconti con adolescenti come protagonisti, spesso esplicitamente commercializzati con l’etichetta young adult. Di certo, da noi pensare a un romanzo mirato al pubblico giovanile equivale a pensare a un prodotto “semplice”, privo di complessità concettuali, rassicurante e pieno di buoni sentimenti approvati dagli arbitri del gusto “per famiglie”, didatticamente proteso a insegnare l’aderenza alle autorità e ai ruoli della disciplina sociale. Specularmente, nel mondo culturale italiano troppi ritengono che rivolgersi al pubblico giovanile sia degradante per chi abbia ambizioni di letterarietà. Eppure, anche senza disturbare autori canonici Swift o Twain, proprio la science fiction ha per tanti anni avuto come i giovani come interlocutori privilegiati; anche tralasciando Asimov e Heinlein, pensiamo ai protagonisti adolescenti di Theodore Sturgeon, o a tutta la SF anglofona degli anni Sessanta che si rinnova e si rivitalizza rivolgendosi alle inquietudini e ai sogni di una nuova generazione. Più di recente, da Gibson e Banks a McLeod e Stross, l’attenzione alle nuove tecnologie è anche un’attenzione all’esperienza e alla condizione dei giovani per cui l’informatizzazione del mondo è un fatto sia sociale sia culturale: il cyberpunk migliore parla sia dei conflitti di un precariato diffuso, sia del piacere legato ai videogiochi e ai nuovi modi di fruizione e produzione di musica, immagini, letteratura.

Allora Cory Doctorow prova a parlare a (oltre che di) una generazione immersa nella scienza e nella tecnologia, e nell’economia e nella politica di nuovi conflitti. Nella rete e fuori, Doctorow è diventato uno dei nomi più popolari della SF anche per il suo parallelo ruolo pubblico di analista della rete e delle tecnologie dell’informazione, come giornalista e come condirettore dello storico sito BoingBoing. Il suo sito personale Craphound è uno dei più interessanti, e vi sono reperibili quasi tutte le sue opere. Nato a Toronto nel 1971, con genitori di origine ebraica provenienti dall’Est Europa, cresciuto nell’ambiente della militanza politica, dal disarmo nucleare all’ecologismo, con un’esperienza di volontariato nel Centroamerica, Doctorow diventa sempre più coinvolto nelle campagne per il software libero e il peer-to-peer, lavorando per la Electronic Frontier Foundation. Negli ultimi anni si è stabilito a Londra, diventando cittadino britannico. L’attivismo per i diritti digitali e la libertà di informazione in rete resta centrale nella narrativa e negli articoli. Doctorow è fra i primissimi a diffondere le sue opere anche gratuitamente secondo la licenza Creative Commons.

Ovunque nei suoi romanzi si descrive l’emergere di una dissidenza diffusa legata all’utenza del web, in un mondo che sembra diretto verso l’autodistruzione e la distruzione di ogni forma di democrazia.

Pessimistico è il romanzo di esordio, Down and Out in the Magic Kingdom (2003), che nel titolo allude al primo, semiautobiografico romanzo di Orwell. In un ventiduesimo secolo ad altissima tecnologia (intelligenze artificiali, universi simulati, ringiovanimento, clonazione, forme di economia apparentemente nuove, armi potentissime) il mondo è diventato una sorta di Disneyworld globale, che non riesce a cancellare devastanti scontri di potere. Più apertamente satirico è il successivo Eastern Standard Tribe (2004), in cui le “tribù” del titolo sono le comunità della rete, descritte in maniera disincantata fra aspirazioni di libertà schiacciate dall’etica del profitto (e il tragico ritratto di un futuro manicomio). Di ambientazione canadese, felicissima e originalissima è la seguente incursione in territori fantasy, Someone Comes to Town, Someone Leaves Town  (2005),[2] che fonde fantastico e cyberpunk; è qui, ci sembra, che Doctorow inizia a credere nelle potenzialità delle sue comunità di giovani ribelli.