Cosa sarebbe la fantascienza senza le immagini?

Il fascino delle fantastiche illustrazioni con alieni, astronavi e paesaggi di lontani pianeti ha sicuramente contribuito al successo delle riviste pulp dei primordi, la storia della fantascienza è stata segnata anche dai grandi disegnatori, per molti appassionati spesso un'illustrazione è stata la spinta a immergersi in una rivista di fantascienza.

Fa quindi  piacere quando viene pubblicata una monografia dedicata a un disegnatore, specialmente se italiano.

Giuseppe Festino è l'autore delle tavole raccolte in Fantacromie, un volume di grande formato (cm 21 x 29,5) che contiene settantatre tavole.

Dieci di queste sono a colori e cinque inedite,  la monografia contiene inoltre un lungo articolo dal titolo Il serbatoio delle idee scritto dallo stesso Festino e la prefazione di Marzio Tosello.

La prima edizione del volume è esaurita, ma la Edizioni Della Vigna ha provveduto a ristamparlo, rendendolo nuovamente disponibile.

Nato a Castellammare di Stabia (Na), nel settembre del 1943 Giuseppe Festino ha lavorato come disegnatore sin dalla metà degli anni sessanta, ma il suo incontro con la fantascienza, sua grande passione, non sarebbe avvenuto prima della seconda metà degli anni settanta.

I suoi primi lavori furono infatti le copertine della fanzine Vox Futura, creata dal compianto Angelo de Ceglie; una copia di questa fanzine, come racconta lo stesso Festino, finì nelle mani di Vittorio Curtoni, che lo invitò a collaborare con Armenia illustrando la rivista Robot.

Da allora il rapporto con la fantascienza non si sarebbe più interrotto, le opere di Festino hanno illustrato Urania, Pulp, Nova SF, Aliens, Fantacollana, una serie di libri editi in Germania e molte altre collane ancora.

Quello che mi ha sempre colpito nelle illustrazioni di Festino è il legame con la storia che devono raccontare, la rappresentazione grafica del contenuto non è mai del tutto soggettiva.

Questo non significa che Festino si limiti a trasporre in immagini una qualsiasi scena della storia, la personalità del disegnatore emerge comunque con forza, rendendo le sue illustazioni riconoscibili a colpo d'occhio, e spesso indimenticabili.

Un esempio eclatante è l'illustrazione per Considera le sue vie di John Wyndham, un disegno molto semplice, apparentemente senza nessun elemento fantastico: una donna e una formica che le cammina su un dito.

Da nessuna parte del racconto appaiono formiche, eppure il legame tra opera e illustrazione è strettissimo, tanto che per me il disegno fa ormai parte del racconto, Jane Summers, la sfortunata protagonista del racconto, per me ha il volto disegnato da Festino.

Sfogliare Fantacromie mi ha riportato ai tempi in cui aspettavo con impazienza l'uscita di Robot nelle edicole, circa due terzi dei disegni sono infatti tratte dalla prima serie della rivista.

La raccolta non è tuttavia destinata solo ai vecchi appassionati, credo che anche chi non conosce a fondo l'opera di Festino la troverà interessante e si farà catturare dalla magia dei suoi disegni.