Lo scorso dieci settembre è morto alla notevole età di ottantotto anni Cliff Robertson, attore californiano della vecchia scuola. L'attore si è spento per cause naturali durante un soggiorno allo Stony Brook University Medical Center di Long Island. Robertson ha avuto una lunghissima carriera suddivisa tra cinema, teatro e televisione, ma per tutti gli appassionati di fantascienza è rimasto sempre Charly, il protagonista di I due mondi di Charly, ottimo film del 1968 per cui l'attore vinse l'unico Oscar della sua lunghissima carriera, iniziata nel 1950. Come è noto, il film venne tratto dal romanzo Fiori per Algernon dell'americano Daniel Keyes, vincitore di Hugo e Nebula, e racconta la toccante storia del ritardato Charly che grazie un esperimento acquista le facoltà intellettuali di un genio, salvo poi regredire allo stadio precedente.

Robertson aveva comunque frequentato spesso le atmosfere fantastiche e fantascientifiche, a cominciare dalla mitica serie tv degli anni sessanta Batman, in cui interpretava il bandito Shame. E in effetti il suo volto squadrato e l'espressione decisa gli fecero guadagnare un bel po' di ruoli da cattivo: come in Brainstorm - Generazione elettronica del 1983, o in Fuga da Los Angeles del 1996, in cui interpretava un sublime presidente USA pazzo e integralista religioso. Ma negli ultimi anni era tornato al cinema per fare il buono nei panni di Ben Parker, padre di Peter Parker nella prima trilogia di Spider-Man. Insomma, un interprete completo e versatile, la cui interpretazione di Charly resta ancora un esempio di immedesimazione per gli attori delle nuove generazioni.