Il personaggio principale della storia crede che sull’astronave che sta per raggiungere Marte, il

V. Curtoni: "Dove stiamo volando"
V. Curtoni: "Dove stiamo volando"
Minotauro, ci sia suo padre ed è anche convinto che la stessa esploderà prima dell’atterraggio, perché in realtà il padre è un androide inviato per sabotare la missione. La sua convinzione gli deriva dal fatto che crede di sognare il futuro. I suoi amici lo credono schizofrenico e tentano in tutti i modi di farlo desistere d questi suoi convincimenti. Tutto sembra tornare alla normalità quando l’astronave finalmente tocca il suolo marziano senza problemi, ma uno degli amici del protagonista rimane scioccato quando intravede alla televisione il volto di uno degli astronauti e scopre che si tratta proprio del padre dell’amico. Qui, Curtoni rielabora a suo modo un tema caro allo scrittore inglese: la connessione a livello neurale fra gli eventi personali e quelli pubblici, tra l’immaginario di ognuno di noi e quello collettivo, nel caso de L’esplosione del Minotauro, il viaggio su Marte dell’uomo e la voglia da parte del protagonista di uccidere il proprio genitore.

Nel 1972 esce la terza antologia di Galassia - dal titolo Fanta-Italia: sedici mappe del nostro futuro, n. 165, Casa Editrice La Tribuna - in cui Curtoni propone la breve storia La vita considerata come un'interferenza fra nascita e morte. Come per Ritratto del figlio, lo sfondo è una guerra tra America e Cina, ma stavolta gli Stati Uniti hanno invaso l'Italia è mentre gran parte degli italiani si è schierata con gli Stati Uniti, i comunisti hanno deciso di combatterli. Assistiamo così all'interrogatorio del protagonista e alla sua detenzione in condizioni disumane, alle sue riflessioni sull'ideologia e sulla guerra, fino a quando, dopo un colloquio con un prete, non finisce davanti al plotone d'esecuzione.

Questa storia, a nostro avviso, segna la maturazione di Curtoni come scrittore. Abbandonato lo sperimentalismo ballardiano, l'autore disegna una storia che è un pugno allo stomaco, una riflessione amara e cruda sulla guerra e sul ruolo delle ideologie.

Dopo l’uscita di alcuni racconti in appendice al mensile Perry Rhodan - Un pianeta così, Di qua e di là del rifugio e Le regole del gioco, tutti del 1976 -, esce la prima organica antologia per Armenia Editore: La Sindrome Lunare e altre storie (Speciale Robot 6, 1978).

La raccolta si apre con il racconto La sindrome lunare, dove una terribile guerra, combattuta anche con gas allucinogeni, ha sottratto ai sopravvissuti la memoria collettiva, o se si vuole quello che Jung ha definito come inconscio collettivo. L’effetto è palese nei monologhi dei quattro personaggi principali, registrati da un osservatore esterno, inviato dagli abitanti della Luna per accertare le condizioni fisiche e mentali dei superstiti. I quattro, due uomini e due donne, manifestano chiaramente la perdita progressiva di punti di riferimento, di valori – individuali e collettivi -, di ricordi accumulati e condivisi nel corso di una vita. Ognuno tende a rinchiudersi in un solipsismo infinito, ai limiti della schizofrenia. Una storia che metaforicamente delinea l’essenza della postmodernità della nostra società che perde progressivamente la propria memoria collettiva, inscatolandola nella tecnologia, e rendendo l’uomo incapace di ricordare, di tenere vivo il sacro fuoco della Storia, quella collettiva e con la S maiuscola. Un tema fantascientifico nel 1976, ma di bruciante attualità oggi.

La notte delle dolci seduzioni è, invece, un racconto che rende omaggio allo scrittore Carlos Fuentes e al suo romanzo Aura. Qui, Curtoni introduce anche un tema che ritornerà spesso nella sua narrativa: il sesso come affermazione della propria individualità o come forma estrema di comunicazione. Il protagonista della storia si è schiantato su Marte con la propria astronave ed è sopravvissuto, ma è anche prigioniero di quelle che all’apparenza sono delle donne - con una in particolare che sembra Medusa, la creatura della mitologia greca, considerata come una donna bellissima che riusciva ad affascinare gli uomini che non riuscendo a trattenersi si voltavano e la guardavano, trasformandosi in pietra – che continuamente seducono l’uomo e lo fanno vivere in un’infinità notte di piacere.