Quanto luminosa può essere una meteora?

E cosa avrebbe potuto darci se non si fosse consumata subito in un singolo momento di luce?

Diciotto mesi sono pochi, eppure sono bastati a Stanley G. Weinbaum per lasciare il segno sulla fantascienza, quattro romanzi e poco più di una ventina di racconti, ma dopo di lui il genere non sarebbe più stato lo stesso.

Nel luglio 1934 apparve, sulla rivista Wonder Stories, il racconto Un'odissea marziana (A martian odissey), storia dove per la prima volta gli alieni non erano pellerossa con le squame o banditi tentacolati, limitandosi a essere... alieni.

Il racconto detonò tra gli appassionati, critici e scrittori come una bomba, H. P. Lovecraft scrisse: "Credo che i racconti di Weinbaum ambientati su Marte siano i migliori che abbia letto", le reazioni furono entusiaste.

Difficile mantenere un simile livello d'eccellenza e una tale carica innovativa, le opere seguenti furono comunque ottime, mantenendo Weinbaum molto popolare tra i lettori delle riviste pulp.

Ora Fratini Editore pubblica un'antologia, Volo su Titano, che contiene i racconti ancora inediti in Italia, oltre a sei racconti già apparsi in precedenza.

Queste storie riusciranno a soddisfare il lettore a settanta anni dalla loro prima pubblicazione?

Volo su Titano (Flight on Titan, 1935)

Nel magico mondo delle riviste pulp degli anni trenta pianeti e satelliti erano abitabili e abitati, abitualmente da belle principesse e guerrieri barbari, ma Weinbaum descrive un Titano freddo e ostile alla vita umana.

Gli abitanti del satellite ci sono, ma sono alieni e adattati a una vita dove i venti soffiano perennemente, con un cielo dominato dall'immensa presenza di Saturno.

Per Diane e Timothy Vick il viaggio dal loro rifugio, distrutto da una valanga di ghiaccio, sino alla salvezza di Nivia sarà lungo e terribile.

Gli occhiali di Pigmalione (Pygmalion's spectacles, 1935)

Quando il professor Ludwig propone a Dan Burke di provare i suoi occhiali, in grado di creare una storia complessa e realistica, il giovane è comprensibilmente scettico.

Ma l'esperienza che prova è talmente intensa da fargli dubitare della realtà del mondo che ha visto... forse la donna di cui si è innamorato esiste davvero.

L’isola di Proteo (Proteus island, 1936)

Visitare un'isola considerata tabù dai polinesiani è una occasione imperdibile per Carver, biologo e coraggioso esploratore.

Sfortunatamente i tabù hanno di solito una base solida, e quando le scoperte di strani animali e specie nuove di vegetali iniziano a moltiplicarsi Carver capirà che l'isola rappresenta il sogno di ogni biologo... un sogno che assomiglia molto a un incubo.

Il cerchio di zero (The circle of zero, 1936)

Uno straordinario racconto che parte da un presupposto molto semplice, se il tempo è eterno allora tutto è destinato a ripetersi.

Come Weinbaum sia riuscito, partendo dall'incipit che riporto di seguito, a scrivere un racconto affascinante lascerò a voi la gioia di scoprirlo.

“Se ci fosse una montagna alta un migliaio di miglia e ogni mille anni un uccello la sorvolasse, limitandosi a sfiorarne la sommità con la punta di un’ala, con il tra­scorrere di un numero inconcepibile di eoni, la montagna sarebbe completamente consumata. Nonostante questo, quell’epoca immensa non sarebbe che un secondo se con­frontata con l’eternità… “

Il grafico (Graph, 1936)

In questo brevissimo racconto, che definirei "alla Brown" ma scritto qualche anno prima che Fredric Brown si decidesse a scrivere fantascienza, si dimostra che non bisogna mai prendere troppo seriamente il lavoro.

L’orlo dell’infinito (Brink of infinity, 1936)

Se odiate la matematica questo racconto non fa per voi.

Innanzitutto non è fantascienza, assomiglia ai film in cui uno psicopatico imprigiona una persona e la obbliga a prove difficilissime per salvarsi la vita, e la prova in questo caso è scoprire un'espressione numerica.

Dieci domande a disposizione, la pena ovviamente la morte.

Il dittatore (Revolution of 1950, 1938)

Il presidente Steel Jeffers governa gli Stati Uniti con pugno di ferro, Ma la resistenza ha uno dei suoi uomini molto vicino a lui.

Il tenente Jack Adams deve scoprire cosa si nasconde nel laboratorio medico della Casa Bianca, e cosa si nasconde dietro la misteriosa morte della sorella del presidente.

La libertà dell'America dipende dalla sua tenacia e dalla sua abilità, Adams sa bene che ogni minimo errore gli costerebbe la vita. 

I tre racconti seguenti appartengono al ciclo di Van Manderpootz, si tratta di storie umoristiche con due protagonisti, l'eccentrico ma geniale professor Haskel Van Manderpootz e Dixon Wells, un playboy fannullone e sempre in ritardo, un peso più che un aiuto per la grande società del padre.

I mondi del se (The worlds of if, 1935)

Per una volta la sua mancanza di puntualità di Dixon gli torna utile, perde infatti un volo che finisce in tragedia.

La sua amicizia con il professore Van Manderpootz gli permette di accedere a un'invenzione che gli mostra come sarebbero andate le cose se avesse preso quel volo.

Ed è proprio su quel razzo che Dixon si innamora.

L'ideale (The ideal, 1935)

Attraverso un'altra invenzione di Van Manderpootz trova il suo ideale di donna, ma la stessa invenzione gliela fa perdere.

Il punto di vista (The point of view, 1936

Stavolta è una macchina che permette di vedere le cose attraverso gli occhi e la mente delle altre persone a inguaiare Dixon.

Presumo che una persona normale starebbe ben lontana da un marchingegno del genere, ma Dixon non lo fa, e si inguaia un'altra volta.

Il verde bagliore della morte (The green glow of death, 1957)

La missione di Ketchie è apparentemente semplice, assicurarsi che una preziosa gemma arrivi a destinazione sana e salva.

Il viaggio sarà via nave, e la gemma sarà portata da una giovane donna, Arlene Lowell, inconsapevole della presenza di Ketchie, un compito apparentemente facile, ma le cose si ingarbugliano subito.

A volte i desideri si realizzano, nella recensione di Un'odissea marziana mi auguravo che altre opere di Weinbaum venissero ristampate, e sono stato esaudito.

Le storie contenute in questa antologia dimostrano la grande abilità di Weinbaum, ci sono alcuni racconti che non sono fantascienza (L'orlo dell'infinito e Il verde bagliore della morte, due gialli di impronta molto diversa) e altri che appartengono pienamente al genere.

Non tutti sono allo stesso livello, ma alcuni hanno retto la prova del tempo in modo egregio.

In particolare Il cerchio di zero mi ha dato le stesse emozioni di qualdo lo lessi su un Robot del 1978, avevo dimenticato l'autore ma non il racconto, un piccolo capolavoro.

Il volume è completato da una interessante prefazione di Gian Filippo Pizzo e da un articolo dello stesso Weinbaum, Io e la fantascienza (An autobiographical sketch of Stanley G. Weinbaum, 1935), dove l'autore espone il suo punto di vista sulla fantascienza.

Purtroppo si tratta quasi di un testamento spirituale, stroncato da una grave malattia il 14 dicembre 1935 Weinbaum ci ha lasciato.

Resta il rimpianto per tutto quello che avrebbe potuto scrivere, e un cratere su Marte al quale è stato dato il suo nome... mi chiedo se Tweerl lo abbia mai visitato.