Un giorno si sono incontrati e hanno scoperto che uno ammirava il lavoro dell’altro, così hanno deciso di unire le loro fantasie. Da questo fortunato incontro è scaturito il romanzo Un buon posto per morire (2011), di cui Einaudi sta già preparando la prima ristampa. Il romanzo è stato scritto a quattro mani da Tullio Avoledo e Davide “Boosta” Dileo.

Entrambi conosciutissimi in vari ambienti, Avoledo nel campo della narrativa con i suoi tanti romanzi a partire dal famoso esordio L'elenco telefonico di Atlantide (2003), con il quale ha vinto il premio Forte Village-Montblanc. Davide “Boosta” Dileo è il fondadore dei Subsonica, e ha scritto già due romanzi.

Un buon posto per morire è un romanzo di fantascienza dove sta per accadere un evento apocalittico. Avventura, mistero, intrighi internazionali, cospirazioni e molto altro la fanno da padroni. Si svolge in varie parti del mondo come Italia, Antartide, California, Venezuela e altre ancora. I protagonisti sono Leonardo Contrera e Claire Madigan. Si conoscono al funerale dei loro figli, uccisi da un killer. I due scoprono immediatamente che ogni incubo, ogni allucinazione è nulla di fronte alla realtà.

Sono al centro di un complotto mondiale che ruota attorno a un videogioco che Leonardo conosce in quanto suo figlio glielo ha spedito prima di morire. Sullo sfondo c’è un misterioso asteroide chiamato Sole Nero. Pochi sanno che l’asteroide punta verso la Terra. E le sorti dell’umanità dipendono dalla lotta tra due entità che si affrontano da secoli. Restano solo trenta giorni all'impatto...

Un brano dal prologo. La Terra è un buon posto per morire.

Uno dei modi più strani per farlo è lasciarsi colpire da un oggetto celeste.

Le probabilità, secondo le statistiche, sono in realtà piuttosto basse. Una su sei milioni.

Uno studio scientifico americano riferisce che dal 645 avanti Cristo sarebbero stati registrati solo 15 casi di morte per impatto da meteorite.

Ma se un meteorite abbastanza grosso colpisse la Terra...

In tal caso la distruzione provocata dall'impatto sarebbe tale che le probabilità di morte di chiunque balzerebbero a 1 su 20 000: pari cioè alle possibilità di morire in un incidente aereo.

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Ma l'oggetto di cui parla questa storia viaggiava verso la Terra alla velocità di 18 000 chilometri l'ora e veniva da molto più lontano. Dalle profondità dello spazio cosmico.

Aveva un diametro di quasi 100 chilometri. Le sue probabilità d'impatto con la Terra lo avrebbero collocato al livello 9 della Scala Torino. Se gli astronomi lo avessero avvistato.

Perché nonostante centinaia, migliaia di osservatori puntassero ogni notte i loro occhi elettronici contro il cielo stellato, nessun telescopio era riuscito a intercettarlo.

Nessun ricercatore, in apparenza, aveva notato qualcosa di strano.

Ma qualcuno sapeva.

Una cerchia limitata di persone lo chiamava con un nome segreto.

Un nome che veniva dal passato. Da conoscenze ancestrali e da antiche leggende.

Die Schwarze Sonne.

Il Sole Nero.

E la Terra è ancora un buon posto per morire. Non fosse altro perché è l'unico che abbiamo.

Gli autori. Tullio Avoledo è nato nel 1957 a Valvasone, in Friuli. Ha pubblicato tre romanzi per Sironi Editore: L'elenco telefonico di Atlantide (2003), che ha vinto il premio Forte Village-Montblanc, Mare di Bering (2003), Lo stato dell'unione (2005). I primi due titoli sono disponibili nei Tascabili Einaudi. Presso Einaudi sono inoltre usciti i romanzi Tre sono le cose misteriose (2005, premio Super Grinzane Cavour 2006), Breve storia di lunghi tradimenti (2007 e 2008), La ragazza di Vajont (2008), L'anno dei dodici inverni (2009), Un buon posto per morire (2011). Per le Edizioni Ambiente ha scritto il romanzo breve L'ultimo giorno felice (2008), pubblicato nei Tascabili Einaudi nel 2011. Al Salone del Libro di Torino lo scrittore ha annunciato che scriverà uno spin-off di Metro 2033

Davide Boosta Dileo ama la musica e fonda i Subsonica, ama la saggistica e apre una casa editrice, ama la radio e ne scrive i programmi, ama la narrativa e scrive due romanzi. Incontra Tullio Avoledo e con lui scrive il terzo romanzo, Un buon posto per morire (Einaudi, 2011). È nato a Torino, dove vive. Ha due figlie.

La quarta di copertina. Alzando gli occhi al cielo non si vede, eppure è lì. Il Sole Nero.

Il Distruttore. Fra trenta giorni se ne accorgeranno tutti, ma allora sarà troppo tardi. Pochissimi sanno cosa sta per accadere: politici, industriali e finanzieri, vertici religiosi e militari.

Ogni gruppo di iniziati al segreto trama ai danni degli altri, con un proprio obiettivo... Ma esiste una speranza.

Secoli fa qualcuno ha creato uno strumento per opporsi a questa diabolica cospirazione.

Un Gioco di codici ed enigmi pensato per addestrare in segreto i Salvatori dell'Umanità, adeguandolo alle tecnologie delle diverse epoche. Tocca a due estranei, Leo e Claire, un uomo e una donna feriti e disperati, e ignari del pericolo, raccogliere la sfida.

E cercare di fermare il conto alla rovescia verso il Giorno del Giudizio, costi quel che costi. Alleandosi anche con il diavolo.

Perché il mondo, dopotutto, è un buon posto per vivere.

Tullio Avoledo; Davide Boosta Dileo, Un buon posto per morire (2011)

Einaudi, collana Stile Libero Big, pagg. 642, euro 20,00