Una delle più interessanti relazioni del Delos Days 2011 è stata quella di Antonio Caronia sulla figura e l’opera di James Graham Ballard. Docente di Comunicazione all’Accademia di Brera, Caronia è ben noto al mondo della science fiction italiana e per le sue pubblicazioni e per le numerose attività di critico e traduttore. È studioso di scienze, tecnologia, letteratura e comunicazioni, con particolare riferimento alle modalità d'impiego delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione nell'arte.

Il 1978 ha visto il suo ingresso nel mondo della sf italiana, quando si unì all'attivissimo collettivo milanese "Un'ambigua utopia" (denominazione che riprendeva il sottotitolo del celebre romanzo di Ursula K. LeGuin I reietti dell'altro pianeta. In quel collettivo - per alcuni anni punto di riferimento per un'ala della fantascienza italiana - Caronia collaborò a varie iniziative: la rivista omonima, dibattiti, manifestazioni e una sorta di contro-convention, "L'invasione dei mar/x/ziani". Cessata a cavallo degli anni Ottanta l'attività del gruppo, lo studioso milanese avviò una attività pubblicistica in proprio che gli ha fruttato diverse collaborazioni: Linus, Corto Maltese, il manifesto, Videomagazine, Virtual, Isaac Asimov's Science Fiction Magazine, Virus.

Oggi, Caronia è considerato uno dei massimi esperti sia di Ballard sia di Philip K. Dick, a cui ha dedicato diverse pubblicazioni, tra cui ricordiamo almeno Philip K. Dick, Attenzione polizia! (Telemaco, 1992) e con Domenico Gallo, Philip K. Dick. La macchina della paranoia. Enciclopedia dickiana (Agenzia X, 2006).

La sua relazione al DelosDays 2011 era intitolata “James G. Ballard: Icone neuroniche sulle autostrade spinali”.

Dopo aver introdotto la platea sul che cosa ha rappresentato l fantascienza nel corso del secolo scorso, Caronia ha ricordato come lo scrittore inglese sia stato un punto di riferimento importante per la letteratura del Novecento, ama anche di come sia stato uno di quelli che hanno saputo leggere anche la contemporaneità. Questo inizio di terzo Millennio. “Andandosene il 19 aprile 2009, - ha affermato lo studioso milanese - James Graham Ballard ha chiuso definitivamente il XX secolo, facendo in tempo a regalarci però, coi suoi ultimi romanzi (da Cocaine Nights a Kingdome Come) uno dei commenti più lucidi al nuovo secolo, tenuto a battesimo dal crollo delle torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001”.

Per Caronia la fantascienza è destinata a sparire e un sintomo chiaro è la contrazione del mercato editoriale degli ultimi trent’anni. Il motivo principale sta nel fatto che tutti i generi letterari classici, compresa la science fiction, si stanno fondendo fra di loro. E non è un caso che gli scrittori che sono in qualche modo emersi anche nella letteratura mainstream sono o quelli che hanno quasi subito abbandonato la fantascienza, come Ballard o Kurt Vonnegut, o sono rimasti nel contesto della science fiction, come Philip K Dick, ma l’hanno praticata in modo sovversivo ed originale.

Ritornando a Ballard, Caronia ha sottolineato che: “In realtà, come ha già sottolineato Salman Rushdie, Ballard ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di previsione e anticipazione – non tanto di eventi, ma di atmosfere, di simboli, di chiavi di lettura del mutamento, ed è quindi oggi, nostro contemporaneo più di quanto non lo sia stato quando era in vita”.

Uno scrittore contemporaneo, che molto ha da dire oggi e molto avrà da dire nei decenni successivi, che lui ha anticipato con i suoi romanzi. Ad esempio, il critico e traduttore ha affermato che Ballard ha - prima di altri – intercettato l’importanza dei mass media nella nostra vita quotidiana e la loro influenza nella società, come ben dimostra un romanzo come La mostra delle atrocità del 1970 (tradotto per Feltrinelli proprio da Caronia) e che resta forse il suo capolavoro.