I movimenti delle mani sono lenti, precisi, quasi automatici. La lentezza e la precisione sono indispensabili in ogni fase della mungitura.

Pianeta Sifar, stazione orbitante Gontier, anno sifariano 42.

Entrando nella serra delle coltivazioni idroponiche, le quattro lunghe vasche dalle pareti trasparenti danno al visitatore l’impressione di trovarsi in un acquario. Le piccole piante sono coltivate in galleggiamento su una soluzione nutritiva. Ben visibili le radici si allungano in profondità nel liquido, sinuose e tentacolari, paiono muoversi e respirare.

Ennis, l’agronomo, osserva le radici attraverso la trasparenza delle vasche, ne sfiora una parete con un dito, come se vi disegnasse un cerchio invisibile. Rispondendo a quel comando scritte e numeri di un display olografico compaiono come in sospensione nel liquido. Ennis legge e apprezza quei numeri che indicano il livello dei composti nutritivi, il livello dei tensioattivi, la quantità dei metaboliti presenti sulle radici.

– Ci siamo… – bisbiglia Ennis. È soddisfatto, la Datura innoxia è pronta per la mungitura. Un altro leggero tocco sulla parete e il display scompare.

La Datura innoxia è un vegetale originario del pianeta Terra, dalle sue radici si ricavano per mungitura molecole di Atropina e Scopolamina, che sono dei neurosedativi per esseri umani, umanoidi e androcefali; sono anche degli iperstimolanti ma solo per alcune specie di roditori dei fiumi delle lune di Sofar.

Oltre alla Datura, Ennis coltiva la Ruta graveolensis di origine terrestre, la Alea parvo ferghiana e la Xania Fos del pianeta Sador.

Ennis si prepara all’estrazione della pianta dal pannello di galleggiamento. Non indossa guanti, opera a mani nude, così vuole il protocollo P.A.T che garantisce la qualità artigianale dei prodotti delle stazioni orbitanti. Si concentra, trae una profonda inspirazione, segue una breve apnea, quindi una lenta espirazione. È pronto per la prima fase della mungitura.

Allunga le mani verso il fusto verde della pianta di Datura: i suoi movimenti sono lenti, precisi, quasi automatici. Ma la sacralità del rituale è interrotta da un pizzicore alla tempia destra, una breve pulsazione al chip inserito nel lobo temporale avvisa Ennis che per gli agronomi della stazione Gontier è giunta l’ora del primo pasto. Pausa mensa.

Ennis percorre uno dei lucidi corridoi che convergono verso la sala pasti e diversioni, con lui i colleghi che giungono dagli altri laboratori di coltura. Gli si affianca il collega Phebis: – Il collega Flos mi ha inviato un MSM. Dice che ha isolato il virus che stava uccidendo la sua Ruta graveolensis.

– Era già giunta notizia – commenta Ennis che non sopporta l’uso eccessivo degli MSM, i Messaggi Sensoriali Mentali. Sono una novità e una moda recente sulle stazioni orbitanti e lui teme i sovraccarichi che possono danneggiare i chip temporali. Sa quanto è doloroso l’espianto e il reimpianto di un chip dalla corteccia cerebrale.

– Flos dice anche che la compagna del collega Berger se la fa con quel magazziniere ferghiano, l’ameboide. Quando l’ho saputo mi ha preso una crisi di risate che quasi sparavo il chip dalla narice!

– Non mi interessano i pettegolezzi. – Taglia corto Ennis allungando il passo e entrando in sala pasti. Pasti e diversioni.

Dà un’occhiata rapida alle file di tavoli, quindi si accomoda sull’unico posto isolato. Sul piano del tavolo sceglie il menu digitando sulle varie icone-opzioni.

Si avvicina il collega Masj, un umanoide valbiano alto poco più del tavolo, ha con sé alcuni spot olografici. Neanche saluta Ennis, posa lo spot e s’allontana per continuare la sua abituale distribuzione. Ennis osserva la sfera visiva dello spot: mostra il solito volto virtuale di neonato gasdiano in lacrime. La visione dell’immagine gli stimola di default, al chip temporale destro, il solito commento audio: “Come potete mangiare tranquilli mentre sul pianeta Gasdi si sta esaurendo la fonte di vita? L’aere si spegne! E voi mangiate!”. Ennis disattiva l’audio interno alla sua testa, soffia sullo spot che si dissolve. È arrivato il pasto, servito da un polimorfo fakliano addomesticato.

Mentre mangia in lieta solitudine, Ennis ascolta i discorsi al tavolo alle sue spalle. I colleghi parlano dell’aere di Gasdi, il pianeta patrocinato dagli spot distribuiti dal Masj: – Si potrebbe risolvere il problema inviando laggiù qualche vegetale produttore d’aere gasdiana.

– E come lo mandi? Lo sai a quante decadi si trova Gasdi?

– Un centinaio, mi pare.

– Avete sentito? – qualcuno tenta di cambiare discorso. – Su Defton c’è vita: hanno trovato l’acqua.

– Acqua in bottiglia?

Qualcuno ride, qualcun altro torna all’argomento precedente: – Comunque su Primis stavano peggio che su Gasdi.