La serie televisiva di Wonder Woman può essere considerata un successo grazie soprattutto alla professionalità e alla classe di Linda Carter che, malgrado molte storie insipide e da pop-corn, è riuscita a dare vita al personaggio grazie alla sua bellezza statuaria, ma soprattutto all'eleganza con cui sapeva  indossare il costume dell'amazzone, facendolo sembrare un atto del tutto naturale. Soprattutto ha instillato nel suo personaggio una classe e una femminilità, sia in costume che in abiti civili, che sono rimasti nella memoria collettiva sul personaggio. Infatti benché il costume la caratterizzasse come oggetto sessuale mettendo in risalto le curve, il seno ecc., Wonder Woman non è mai stata volgare e anzi mostrarsi così appariscente e aggressiva era un modo per appropriarsi della propria bellezza come arma contro quegli stessi uomini che pensavano di ridurla a semplice oggetto dello sguardo maschile.La serie TV con Linda Carter si inserisce nel filone televisivo che negli anni Settanta vedeva protagoniste le donne. In quegli stessi anni infatti Charlie's Angels (1976-81) e La donna bionica (1976-78) erano un veicolo per nuove eroine e nuovi modelli di donne forti, indipendenti e impeccabilmente belle. La differenza tra queste serie e quella su Wonder Woman è che in queste serie per mantenere sotto il controllo della società patriarcale l'elemento femminile forte e rivoluzionario, veniva inserito in una cornice maschile rappresentata in Charlie's Angels da Bosley e dallo stesso Charlie, visto spesso come un uomo potente e inspiegabilmente influente, con relazioni in ogni ordine e grado della società; mentre nella Donna bionica la cornice è rappresentata da Oscar Goldman, il capo da cui lei prende gli ordini e che le affida le missioni, e dallo scienziato che l'ha praticamente costruita e plasmata, il Dr. Rudy Wells. In Wonder Woman, invece, l'interlocutore maschile più diretto è Steve Trevor, di cui lei è innamorata, ma da cui non prende ordini pur essendo la sua segretaria/assistente, perché Wonder Woman lavora da sola, non è legata ad alcuna organizzazione maschile e sceglie autonomamente le sue missioni. Ciò che manca alle altre protagoniste donne è il femminismo eroico di Wonder Woman. Basta vedere oggi anche solo il primo episodio della serie per capire di cosa si parla. In una scena Diana torna a casa e scopre che una donna le sta mettendo delle cimici nel telefono. Rimane perplessa e le dice: “Sei una donna, non dovremmo essere nemiche”. E la criminale le risponde: “Ma dove hai la testa, le donne sono nemiche naturali”. Due frasi, due concetti diversi: il primo è quello di una donna che vede le altre donne come compagne di una nuova sorellanza, il secondo è un modello patriarcale che vede le donne come antagoniste per accaparrarsi un uomo, unico modo per avere una posizione sociale. Il femminismo di Wonder Woman è antagonista verso la società patriarcale ed è un femminismo civico, basato sul concetto di uguale partecipazione sociale, un'idea molto moderna su cui il post-femminismo sta ancora discutendo e che non sembra ancora aver permeato alcune società, basti pensare a come viene venduto in Italia il corpo delle donne.