Se parliamo di “contabilità pubblica”, pochi in realtà oggi, nel 2020, sanno a cosa ci riferiamo. Magari si pensa alla vecchia “contabilità nazionale”, quella che ha sempre riguardato distribuzione e utilizzazione del reddito, formazione del capitale, transazioni internazionali, contabilità per l’inflazione eccetera. La disciplina in oggetto si è invece evoluta i questi ultimi tempi, ispirata al principio formulato a inizio millennio da un noto esponente di governo, secondo cui “lo Stato è un’azienda”.

In effetti, pochi all’epoca recepirono le profonde e rivoluzionarie implicazioni di tale concetto; e solo oggi l’Italia, con l’attuazione di quanto sotteso a quella intuizione, comincia a raccoglierne i primi frutti. Uno Stato azienda comporta - ad esser logici - che anche i cittadini rientrino nelle “voci” contabili, nella potenziale “ricchezza” comune. Quindi i conti patrimoniali ed economici dello Stato devono considerare questa nuova “posta” viva (l’individuo: il suo corpo, le sue capacità fisiche e psichiche) che va stimolata, valorizzata. Nella contabilità generale si è dunque aggiunto il DRU (Documento Risorse Umane), espressione d’una  nuova branca della ragioneria dello Stato: la Contabilità Pubblica Individuale, riguardante tutti i 70 milioni circa di italiani. Scopo del DRU: misurare analiticamente ogni movimento in attivo e in passivo del singolo Cittadino.

Ovvio che in tale programma le più evolute tecnologie elettroniche e delle telecomunicazioni svolgano un ruolo fondamentale, impensabile solo un decennio fa. Se si parla di “attivo” e “passivo” di un Cittadino, non si deve considerare solo quanto costui potrebbe produrre e  produce, incassa di suo, diffonde nella collettività; o - per contro - quanto ”perde” individualmente (malattie, assenze, stati depressivi) o fa perdere socialmente (istigazione a scioperi; assenteismi; atteggiamenti o scritti antisociali; contestazioni, etc.) Ogni Cittadino può arricchire o impoverire lo Stato non solo con il denaro ma anche con l’influsso di pensieri, parole, opere.

Pertanto, tutto quanto egli fa, dice o pensa di buono e non, oggi viene automaticamente recepito, elaborato, contabilizzato. Il principio inderogabile è che l’uomo (il Cittadino) nasce come “valore” economico, cioè come posta potenzialmente “attiva” del Bilancio. Sono previsti naturalmente un Fondo Ammortamento Cittadini; e l’equivalente di Ratei o Risconti Umani (attivi e passivi), partite di giro, impegni; e tutto quanto il Cittadino fa o si propone ufficialmente di fare, trova una rispondenza nella sua personale Contabilità Pubblica Individuale. Di quest’ultima, applicata alla sua intera vita (lavorativa e non), gli viene inviato un Bilancio Annuale. Egli può così rendersi conto se, in ogni esercizio trascorso, i suoi Atti e Valori (materiali e morali) hanno prodotto un Attivo o un Passivo, e sarà pertanto ricompensato o sanzionato in proporzione. Al termine della sua parabola umano-produttiva egli riceverà un Bilancio Finale.

Siamo così giunti a ottenere finalmente un quadro aggiornato online e realistico dall’azienda Stato. Molto purtroppo c’è ancora da fare, sia per affinare e rendere più penetrante questa contabilità ad personam, sia per individuare sacche di evasione ai controlli. Ma stia più che tranquillo il Cittadino: possiamo affermare con buona certezza di poter presto trasformare e formattare ciascuno dei 70 milioni in una più rispondente, completa e moderna posta di bilancio: per la prosperità della Nazione Azienda Italia.