Gli ufologi cospirazionisti ne sono convinti: le major cinematografiche ci stanno preparando all’imminente sbarco alieno imbottendoci di film che tornano a dipingere gli alieni come sadici e implacabili invasori, con buona pace degli E.T. di Steven Spielberg e compagnia bella. Se è vero, non si può certo dire che dietro ci sia un grande finanziamento: Cloverfield (2008), distribuito dalla Paramount, era costato “appena” 25 milioni di dollari; l’originale District 9 (2009), dove gli alieni in realtà sono vittime, benché pericolose, si è imposto con un budget di 30 milioni; l’ambizioso Predators distribuito dalla 20th Century Fox non ha superato i 40 milioni, pochino viste le cifre che oggi richiedono i film di fantascienza. Non fa eccezione Skyline, sbarcato negli States a novembre per la Universal Pictures, e in uscita da noi il 14 gennaio, costato meno di 20 milioni di dollari. E se vogliamo dirla tutta, le major non si stanno affaticando nemmeno nel mettere su trame innovative. La dice lunga il fatto che la Sony Pictures abbia avviato azioni legali contro i registi e produttori di Skyline, i fratelli Strause, rei di aver “riciclato” per il loro film gli effetti speciali già realizzati per Battle: Los Angeles, lungometraggio in uscita negli Usa nel marzo 2011 e incentrato – guarda caso – proprio su uno sbarco di alieni a Los Angeles.

Complotto, o piuttosto poca fantasia? Quello che è certo è che si tratta di una battaglia combattuta a suon di effetti speciali, che coprono quasi il 90% dei costi totali di Skyline. La garanzia del successo viene proprio dai registi: Colin e Greg Strause, non proprio i nomi migliori dietro la cinepresa (finora si sono limitati a spot commerciali, video musicali – Usher e 50 Cent – e un solo film, Alien vs. Predator 2, che non è piaciuto molto agli appassionati), sono invece autentici pilastri del mondo dei visual effects: la compagnia da loro fondata, Hydraulx, è dietro agli effetti di film come I Fantastici Quattro, The Day After Tomorrow e Avatar (Cameron ne conosceva già le potenzialità, avendo loro affidato la più importante sequenza in computer grafica di Titanic, quella dell’iceberg). Ora, la scommessa dei fratelli Strause è quella di ritornare a parlare di alieni, attraverso la formula del buon vecchio film di invasioni extraterrestri, un filone ritornato in auge con blockbuster del calibro di War of the e Invasion. I registi hanno rivelato che la loro ispirazione viene da lontano, nientemeno che dall’epica greca: “Ci siamo chiesti: che cosa succederebbe se gli alieni giungessero sul nostro pianeta e ci stregassero?”. Qualcosa di simile alle sirene nell’Odissea, il cui canto era capace di far impazzire i marinai portandoli a schiantarsi sugli scogli. Ecco allora che la nuova invasione inizia con una serie di grossi e incantevoli fasci blu che emergono dalle nuvole, inducendo le persone ad aprire la finestra per dare un’occhiata: pessima mossa, perché gli alieni sono pronti a trasformare tutti i curiosi malcapitati in zombie, condurli all’aperto e quindi rapirli.

“È un film di rapimenti alieni epico e visivamente potente, con una storia originale e un gran cuore”, giura Coline Struase. I registi, grandi appassionati del genere, e dei classici film horror di zombie e morti viventi, hanno voluto realizzare con Skyline un sincero omaggio a questi filoni oggi bistrattati. Agli investitori, hanno dato come garanzia anche qualcos’altro oltre alla storia: tempi rapidi e costi bassi. Come spiega Greg Strause: “Una delle ragioni che ci ha spinto a imbarcarci in Skyline è che in questi anni i budget cinematografici sono diventati enormi. Allo stesso tempo, gli studios stanno generalmente tagliando il numero di film che realizzano. Siamo al punto di ebollizione… Skyline è passato dal concept all’uscita nei cinema in meno di un anno”. Forse non proprio una garanzia, ma tant’è. La sceneggiatura è stata affidata a due autori alle prime armi, Liam O’Donnell e Joshua Cordes, cresciuti – a loro dire – a pane e avventure fantastiche: Star Wars, Philip Dick, Michael Crichton e Indiana Jones (oltre a una predilezione per l’horror).