Delos 17: Thread Una nuova era per la fantascienza? a cura di Luigi Pachì
e Silvio Sosio Recentemente Luigi è stato a Londra per lavoro, ed è tornato dalla capitale inglese con un cospicuo bottino di riviste. Partecipava a una convention che aveva luogo in un hotel proprio di fronte al famoso Forbidden Planet, il megastore della fantascienza (avete presente il Virgin a Milano? Immaginatevelo tutto dedicato alla science fiction).

In Inghilterra ci sono riviste su ogni aspetto della fantascienza. Tre o quattro sono dedicate a Star Trek; c'è persino un equivalente di Sorrisi e canzoni TV (Cult TV) tutto dedicato al nostro genere preferito. E sì, perché in Gran Bretagna, tra BBC e canali via satellite, i nostri poveri cugini d'oltremanica sono costretti a sorbirsi tutti i giorni tutte le serie di Star Trek, da quelle originali a Voyager, e Babylon 5, e Doctor Who, e UFO, e Spazio 1999, e tante altre che da noi non sono mai arrivate.

Insomma, la fantascienza in Inghilterra non solo vende, ma V-E-N-D-E!, non so se rendo l'idea. X-Files fa più successo dei Take That, e il resto va a ruota.

In Italia siamo sempre stati abituati a pensare che la fantascienza è una faccenda essenzialmente per gli Americani, che nel nostro paese riscuote poco successo, perché non abbiamo la mentalità adatta. Ma la mentalità degli Inglesi non è poi così diversa dalla nostra. E allora perché là la fascienza tira alla grande e da noi no?

A ben vedere, poi, si sentono fare dichiarazioni strane. Stefano Magagnoli della Mondadori si stupisce del fatto che i libri di sf vendano più di tutti gli altri se pubblicati in collane non specializzate, mentre Urania ha visto negli ultimi anni un crollo delle vendite. Gianfranco Viviani della Nord si preoccupa che i libri in catalogo vendono sempre di meno, ma si stupisce piacevolmente nel vedere che, appena ristampa i classici di fantascienza nella collana generica Narrativa questi riprendono vita e vanno esauriti.

Sta a vedere, allora, che agli italiani la fantascienza piace eccome, ma non lo vogliono ammettere?

Personalmente, abbiamo un'idea abbastanza strana. Siamo convinti che, con un'adeguata azione di marketing e di promozione, quale Urania sta portando avanti con la metamorfosi attuata questo mese, la fantascienza possa diventare un grosso business anche nel nostro paese. In fin dei conti, viviamo in un'era davvero fantascientifica, una fase di passaggio per la nostra civiltà davvero straordinaria, soprattutto grazie alla diffusione della telematica e di Internet. Solo la fantascienza può aiutare a interpretare meglio il presente e la sua evoluzione.

Insomma, preparatevi. Entro due anni i best seller assoluti saranno libri di fantascienza, le reti RAI e Mediaset trasmetteranno più Star Trek che telenovela, alle Italcon parteciperanno migliaia di persone e saranno presenziate dal Capo dello Stato. E Delos avrà almeno centomila accessi al giorno.

Del resto, siamo anche convinti (almeno Silvio) che fra qualche anno ci saranno più computer Macintosh che Windows. Se le nostre previsioni non si avvereranno, non se le ricorderà comunque più nessuno. Ma se dovessimo aver ragione...

In questo numero esordiscono due nuove column, Maurizio Manzieri con le news dalla rivista americana Locus - sul mercato sf d'oltreoceano - e Francesco Grasso con Fantasia & Nuvole si lancia alla scoperta del mondo del fumetto.

Siamo pieni da scoppiare di interviste: Silvio Canavese, responsabile della Keltia Editrice; Ade Capone, creatore di Lazarus Ledd; Stefano Magagnoli, responsabile di Urania; Robert J. Sawyer, autore emergente vincitore del Premio Nebula. E come ciliegina una serie di interventi di Ridley Scott, Philip Dick, Douglas Trumbull e Harrison Ford su Blade Runner. E per i prossimi numeri abbiamo in cantiere Paul Di Filippo, autore di Steampunk, Ugo Malaguti, Valerio Evangelisti. Il materiale non manca proprio.

Ma nei prossimi mesi ci saranno novità molto più grosse... di cui per ora non vi anticipiamo nulla. Per ora ci limitiamo ad augurarvi buona lettura!