È possibile clonare un jedi? Sappiamo tutti di cosa sono capaci a Kamino. Nelle fabbriche di quel pianeta dell'Anello esterno, a 70mila anni luce dal nucleo, è stato creato l'esercito della Repubblica, finito poi a rimpinguare le fila di stormtrooper imperiali nella guerra con l'Alleanza ribelle. Ma per clonare un jedi bisognerebbe essere in grado di racchiudere il potere stesso della forza in in una provetta. E questo supera anche le abilità dei kaminoani. Oppure no? Siamo un anno prima di Episodio IV e Darth Vader vorrebbe ai suoi comandi non solo un'armata di copie perfette del più temuto cacciatore di taglie della galassia, ma anche del misterioso apprendista scomparso ormai da qualche mese. L'improvviso ritorno sulle scene di Starkiller dovrebbe farci intendere che il processo di clonazione sia effettivamente riuscito. Non dimentichiamoci però che i sith sono grandi tessitori di inganni.

Uno scorcio di Kamino, nel cuore della tempesta, così come appare all'inizio del gioco
Uno scorcio di Kamino, nel cuore della tempesta, così come appare all'inizio del gioco

In uscita oggi per computer e console, Star Wars: Il potere della forza II catapulta subito nel vivo dell'azione, con la fuga dagli impianti di Kamino del giovane jedi che, nel primo titolo della serie, un bestseller da sette milioni di copie, aveva acceso le fiamme della rivolta, gettando le basi per la costituzione dell'Alleanza ribelle. Fuggire dalla prigionia è però appena l'inizio di un difficile viaggio alla ricerca della propria identità, sulle tracce dell'unica luce rimasta, l'amata Juno. Come per Luke, in questo percorso di consapevolezza interiore affrontato dal protagonista, un ruolo importante l'avranno il maestro Yoda e le paludi di Dagobah, mentre tra gli ostacoli che si pareranno davanti a Starkiller un'altra figura nota, Boba Fett.

Un fotogramma del <i>Potere della forza II</i>, che introduce nella serie il combattimento con due spade laser
Un fotogramma del Potere della forza II, che introduce nella serie il combattimento con due spade laser

Con la saga del Potere della forza, che si vocifera possa diventare a sua volta una trilogia e comprende oltre ai videogame anche libri e fumetti, Lucasarts concentra l'obiettivo sul cono d'ombra in mezzo a Episodio III e Episodio IV, trasformando il giocatore nel motore di eventi chiave per il futuro della galassia di Guerre stellari. A curare la storia, come nel primo capitolo, lo scrittore Haden Blackman, veterano dell'expanded universe di Star Wars. Le promesse per il seguito sono atmosfere più cupe, in linea con un classico dei numeri due, L'impero colpisce ancora, e un racconto dallo sguardo introspettivo, con cui toccare corde più personali.

Molti sforzi hanno riguardato anche il fronte tecnologico. Realizzato per Ps3 e Xbox 360 internamente, al Letterman Digital Arts Center di San Francisco, che riunisce in un unico grande complesso i nuovi studi della software house Lucasarts e la leggendaria Industrial Light and Magic degli effetti speciali, per il patron di Star Wars questo progetto per console funge da ideale punto di incontro tra cinema e videogame. Alla sua origine, uno scambio continuo di contributi tra l'una e l'altra branca del sapere high-tech che ha attraversato ogni momento della produzione, dal discorso artistico e sui colori, andando a scartabellare i vecchi bozzetti di Ralph McQuarrie, all'innovativo sistema approntato per le animazioni, una sorta di motion capture in tempo reale che permette di registrare i movimenti degli attori e trasferirli in diretta sullo schermo nelle azioni dei loro alter ego virtuali, senza fasi intermedie.