L'inimmaginabile delicatezza del contatto di quel corpo morbidissimo era, adesso, una realtà viva, un cerchio di sen­sazioni ammalianti, mai provate prima.John Wheeler si distaccò dalla femmina aviforme, e la os­servò con occhio critico: - Seno non ne hai davvero, - disse quasi parlando a se stesso. - Però hai certe cosce da fare invidia a una puledra! Anche se, fatte le giuste proporzioni, forse non sei altro che una paperetta..

La testa gli girava, quella sera. Una vertigine inspiegabile lo faceva sentire come ubriaco, benché non avesse nemmeno guardato l'alcool.

Decisamente no, come donna Sheila avrebbe fatto sempli­cemente schifo, se non fosse stato per il misterioso particolare di quegli occhi così profondi, così consapevoli... Gesù, quegli occhi azzurri dai quali John non riusciva a staccare lo sguar­do... quegli occhi sembravano colmi di promesse, prodigi, reticenze, dolcezze... colmi di tutto ciò che Wheeler aveva invano cercato nelle donne vere! Pensò che c'era da ammat­tire, a considerare con eccessiva attenzione la conformazione fisica di Sheila... Già, la prima conclusione era che gli aviani non erano mammiferi... quindi, naturalmente, un unico ori­fizio per tutti gli usi... E proprio lì, con gesti quasi ipnotici, Wheleer aveva tentato il coito... Ma era stato un disastro. E una delusione. Era peggio che tentare di violentare una ver­gine munita di cintura di castità.

Eppure Sheila pareva soddisfatta. Emetteva deboli pigolii, mentre gli si strusciava contro, affettuosamente, come una gatta.

Con decisione improvvisa, John piantò Sheila, e corse fuori dalla capanna. Una nausea profonda stava per afferrarlo alla bocca dello stomaco.

Gli aviani sono onnivori, anche se gran parte della loro dieta è composta di vegetali, e specialmente di frutta. Cac­ciano piccole prede, come uccelletti e alcune varietà di lucer­tole commestibili, soprattutto con l'uso di trappole rudimentali. Risulta che, a quel tempo, John Wheeler avesse ormai abbandonato la dieta liofilizzata in dotazione sulla Victorìa, e avesse cominciato a nutrirsi dei cibi indigeni, che non sono controindicati per l'organismo umano.

John mangiava insieme agli aviani. Gli era stato così possi­bile osservare che si stavano cominciando ad ammucchiare riserve alimentari: un fatto piuttosto incredibile, considerata l'indolenza della popolazione del villaggio. Immediatamente, John aveva avvertito nell'aria una crescente animazione. Gli alieni parevano stranamente eccitati. I pigolii e le strida si facevano sempre più acuti, raschianti, concitati. Il terrestre notò che, gradualmente, il colore del piumaggio degli aviani mutava la tinteggiatura.

I maschi si distinguevano a colpo d'occhio dalle femmine, per la presenza sulla sommità del capo di qualcosa non dissi­mile da una cresta. Ma non era una cresta simile a quella dei galli: era solo un ciuffo di penne color rosso vivo. Ora, quella colorazione accesa sembrava estendersi, a larghe chiazze, sul piumaggio della testa, della gola, del collo. Anche la livrea delle femmine si andava modificando: le piume apparivano di un blu cupo e metallico, sempre più accentuato, punteggiato qua e là macchioline bianche.

Una mattina, concordemente, tutti gli aviani lasciarono il villaggio e si posero in marcia attraverso la foresta. John Wheeler li seguì.

Dopo due giorni di cammino, il terrestre era sfinito. Ma la marcia non sembrava avere molto stancato gli indigeni, i quali apparivano addirittura più svegli ed eccitati del solito. Alla fine avevano raggiunto una radura che sembrava essere stata ricavata bruciando diverse miglia quadrate di vegeta­zione tutto all’intorno.

La radura si era riempita di un mobile formicolare azzurro. Dopo un rapido calcolo, John Wheeler concluse che in quel luogo si fossero riuniti almeno diecimila aviani pigolanti e schiamazzanti.