- Strann? - Michaela ebbe un'espressione di orrore. - Ho consumato ogni fnark che avevo. Sono pazza, Cyril. Pazza!Iniziò a divincolarsi freneticamente sul pavimento. Erano in Viaggio Terapeutico, e  sarebbero dovuti restarci per un altro mese circa. Cyril dubitò che avrebbero resistito.Erano sempre più numerose le persone che lasciavano i sistemi e s'imbarcavano per viaggi ultraluce di reintegrazione. Ma i risultati non parevano del tutto soddisfacenti. L'umanità intera stava soccombendo a crisi sempre più frequenti. Cyril azzardò:

- Tu non vuoi collaborare, Michaela.

- So cosa vuoi dire - fece lei stendendosi per terra e ripetendo l'espressione d'orrore. - No. Con te non sento di poterci riuscire. Almeno per ora. Non ce la faccio. Non ce la facciooooo!!

Cyril lasciò cadere l'argomento. Michaela si alzò e sedette sul trunk-sit. Ricominciò il gioco degli sguardi scoccati e ritirati, il roteare degli occhi...  

Il giorno successivo vide Throoz perfettamente in forma e in apparenza dimentico dei noti incidenti. Il suo buon umore pareva ancora incrollabile.

Mentre camminava per il largo viale Ferzen - il Vetusto defunto da incalcolabili soli - lasciò indugiare il suo sguardo sulle manifestazioni della Sagra per lo Scioglimento delle Nevi. I bottegai avevano risistemato i prospetti dei negozi e il risultato era una festa di tinte fresche e vivaci. L'anziano Vezel, il più noto mercante di stoffe di Oghiz, esponeva finissime trine in tinta kaki-ex, pregiatissima in quanto ricavata dal pigmento degli zunek, esserini acquatici viventi nel Fiume della Morte Sicura. Forse era imprudente esporre tinte chiare e tenui come il giallo-hnas con le sue cinquantuno subvarianti, ma la bottega di Nonna Prejil pareva volersi dimenticare ogni precauzione pur d'attrarre gli sguardi.

Quando Throoz svoltò per viale Zunap notò che era aperto anche il negozio di Kuish. L'arrogante bottegaio era alle prese con una grossa signora che sulla tymoqa azzurra portava uno scialle ocra-ruch. Forse la moglie di qualche personaggio influente. Kuish si stava dimostrando tronfio sino alla balordaggine, ma non riusciva a capirne le parole.

Il bazar di Renzes esponeva articoli domestici: scope, piatti, stoviglie di cui non seppe indovinare l'uso. Roba costosa e di prima qualità. Infine si trovò a passare davanti al negozio del giovane Kunz.

Molti oghiza non approvavano la mercanzia di Kunz. Era troppo atipica, nuova, indisponente. Throoz pensava che fosse anche pericolosa per chi l'adoperava. C'era un aggeggio di ferro etichettato come “frullatore” da usarsi per scuotere uova di qall, ne aveva visto uno a casa dei Selmav. C'erano strane pentole in funzione, sbuffanti vapore da tutte le parti, fischianti, e facevano andare su e giù una serie di rotelle. Throoz ricordò che il piccolo dei Selmav, Puk, si era schiacciato un dito nel frullatore, e tirò oltre. Anche perché a pochi passi aveva intravisto Rinza, ornata da un'affascinante tymoqa verdone-oz.

- Ciao! - Throoz le prese una mano. - Vai allo Xazul?