Ho imposto però alla cavia saccente un casco con videosensori semplificati per poterne seguire i movimenti sui monitor. Esce, perfezione irreale di anatomia e gesti, in una tuta leggera, con un respiratore d'emergenza e pochi attrezzi alla cintura. Scorrono sullo schermo i tratti del percorso già fatto da Vinr. Il C.d.G. ha ragione. Supera i fotoricettori che, come occhi maligni ma distratti, non si avvedono di lui. Il rumore elettronico dei rilevatori del mio guastatore ne aveva scatenato la reazione. Le macchie d'acido, sulla griglia di protezione, si vedono ancora. I particolari sul monitor denotano la minuziosa, ma morbida, attenzione del suo muoversi. Ora ne sono inquadrate le mani, che tranquillamente neutralizzano le ultime trappole del settore. È già in Blu/otto... Rallenta. Non capiamo. Si vede una parete grigia, d'apparenza soffice. È la fuggevole visione d'un materasso verticale. Di colpo l'inquadratura si abbassa totalmente. Al suolo. E subito il rumore infernale di un fuoco di sbarramento. Torna il silenzio. L'inquadratura si rialza mostrandoci il grigio muro che ha assorbito totalmente i proiettili, senza danni per l'ambiente circostante. Egli disarma le nascoste armi e continua ad avanzare. I proiettori non lo ingannano e figure inconsistenti scompaiono. Mimir, frenetico, mi indica lo schermo. Mine soniche. Isolo fulmineamente l'audio. Superfluo. S.19 sta facendo un buon lavoro. Stesso giorno. Sera.

Ho finalmente trovato il tempo di gettare un'occhiata ai dati sul C.d.G. Praticamente non ce ne sono. Perfino l'identità è incerta. Nell'Archivio dell'Esercito Imperiale il suo dossier manca. Cancellato. Come quello di Kratos, "il Boia" di Ugarit II e di Nuova Bruges. Che sperava così di sfuggire al giusto castigo. Pochi sopravvissuti di Nuova Bruges identificandolo e testimoniando hanno vanificato i suoi piani. Chissà dove saranno i superstiti dei crimini del nostro S.19? L'unico noto è la disintegrazione spudorata di un'intera, inerme astronave passeggeri. Ed è l'ultimo, appena precedente l'arresto. Dalla condanna risiede nel Laboratorio di Ricerca a Dargirdeh, adibito a compiti speciali. È tutto.

Pilota, come me. Ma non come me.

Base Mist. 29 giorno. Sera.

Il tenente Lug mi annuncia tre visitatori. Li raggiungo al posto di guardia. Il dottor Ain e altri due che non conosco. Comunque seccatori. Ain è garbatamente irremovibile. Le ho già rifiutato l'accesso una volta, qui a Base Mist, ma lei spiegandomi le ragioni della propria insistenza - al Laboratorio di Ricerca entrare è realmente impossibile - mi mostra un "Passi" non ignorabile, ma che affermo valido solo per un visitatore. Con brevissima consultazione scelgono Ain. Ovviamente. È nota e impopolare, forse in tutta l'Hansa: ha rifiutato, a guerra non ancora conclusa e dandovi clamore di denuncia, un incarico più che importante ai Problemi Interni - Ufficio Rieducazione - e segnala ogni caso di maltrattamenti ai prigionieri. Il suo sparuto gruppetto di collaboratori Lug sostiene essere pagato da gente dell'Impero. Io non ne penso nulla. Non agivano ancora al tempo in cui i "maltrattati" eravamo noi e probabilmente non hanno ragioni di vendetta o rancore. Molti confortevoli nidi non sono stati sfiorati dalla guerra. Li so in ogni modo incapaci di violenza e guidata l'ospite nel mio ufficio, le faccio condurre S.19. Lei mi domanda quale sia il suo nome. Con fredda cortesia, la informo che il prigioniero non risponde ad altro che alla propria sigla. Tentare di interpellarlo in altro modo sarebbe tempo sprecato. La conversazione è interrotta dall'ingresso di S.19. Dalla mia poltrona, la schiena alla parete della libreria, con aria noncurante lo indico ad Ain che con un sorriso gentile si alza ad accoglierlo.

Entrando egli guarda alle mie spalle e mi sembra sorprendergli un lampo d'acuto desiderio, ma il suo sguardo è subito su di noi, tornato vuoto.