Doppio colpo per Donato Altomare. Lo scrittore pugliese nello stesso mese ha pubblicato Sinfonia per l’Imperatore (Elara Libri) – opera di fantascienza che  si svolge tra il 1219 e il 2019, incentrata sulla figura mitica e misteriosa dell'Imperatore Federico II – e L’Isola scolpita (Edizioni della Vigna), una fiaba con venature horror.

Il due volte vincitore del premio Urania (Mater Maxima nel 2000 e Il dono di Svet nel 2005) è noto presso gli appassionati di fantascienza fin dall’inizio degli anni Ottanta, quando esordì con il racconto Cigno X1 al Concorso letterario bandito dalla casa editrice Nord.

Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo almeno Il fuoco e il silenzio (Perseo Libri 2005), E la padella disse (Delos Books 2004), Uno spettro, probabilmente (Mondo Ignoto 2003), L’albero delle conchiglie (Tabula Fati 2008) e il recente Vladimir Mei, libero agente (Edizioni della Vigna), che ha vinto il Premio Italia 2009.

Con Altomare abbiamo chiacchierato sia su Sinfonia per l’Imperatore sia su L’isola scolpita.

Partiamo dal protagonista del tuo romanzo Sinfonia per l’Imperatore che è Federico II, l’imperatore che nel 1200 era sovrano di mezza Europa. È un personaggio controverso, spesso al centro di leggende. Cosa ti ha affascinato di Federico II e come è diventato il protagonista del romanzo?

Il discorso è lunghissimo, ma proverò a sintetizzarlo. Federico II è stato un imperatore illuminato. È vissuto da bambino in una Palermo ch’era un coacervo di culture, civiltà e religioni, una sorta di villaggio globale ante litteram. Lì, soffrendo la fame come ogni ragazzino di strada, nonostante fosse già re di Sicilia, ha imparato a convivere con le diverse sfaccettature della civiltà di ogni popolo. Da questo punto di vista è un insegnamento. Ha fatto molto poi per il sud. Se non  fosse stato per i francesi il meridione sarebbe stato certamente a un livello molto superiore all’attuale. Ad esempio promulgò le tavole melfitane, anticipando di 400 anni l’evoluzione della giustizia in Italia. Norme, innovative e molto più democratiche di quelle vigenti al momento, che fecero andare in bestia i signorotti locali. Quando morì e la sua stirpe fu annientata con l’aiuto determinante degli angioini da allora sino all’unità d’Italia il sud fu terra di conquista, cadde in un baratro dal quale non si è mai più risollevato. Come di ogni mito di lui si dice di tutto e di più, ma ciò non toglie che se fosse stato lasciato regnare in pace, oggi problemi col mondo arabo non ci sarebbero.

Tra i personaggi secondari del tuo romanzo ci sono in ordine sparso: un mostro alato, una bellissima donna dalla chioma rossa e dalle labbra sensuali, un giocatore imperscrutabile, un essere allampanato ed esangue. Al di là dei particolari, quanto sono importanti i personaggi secondari nell’economia di un romanzo e di Sinfonia per l’Imperatore in particolare.

Secondo Ugo Malaguti il personaggio più interessante è il carabiniere che si trova coinvolto negli eventi senza rendersene conto e diventa determinante in forza delle sue capacità, ma anche di un modo di ragionare che, seppure oggetto delle barzellette, quando ci si trova in momenti critici serve. E tanto. In realtà tutti i personaggi ‘minori’ hanno delle loro caratteristiche peculiari, quando scrivo faccio molta attenzione che qualsiasi personaggio non sia uno stereotipo, ma che possa identificarsi in ognuno di noi. Persino gli alieni. Altri personaggi molto importanti sono i due fidanzati che alla fine risolvono il mistero della ‘musica’ che si cela nel castello. Lì ho faticato moltissimo a parlare di musica del primo millennio. Per fortuna mia moglie Loredana è professoressa di musica e mi ha aiutato tantissimo. I personaggi ‘secondari’ formano la struttura portante della storia il cui timoniere è Federico colpito all’improvviso da uno strano male: l’immortalità.

Un altro elemento molto importante del tuo romanzo è Castel del Monte. Anche questo è da sempre un luogo carico di mistero. Dalla sua configurazione non sembra essere per nulla un castello adibito alla difesa del territorio, ma alcuni pensano che fosse più che altro una sorta di “tempio del sapere”. Qual è la tua opinione in merito?

Infinite sono le ipotesi sul Castello. Da semplice simbolo del potere a torre di avvistamento, da ‘casina’ di caccia per l’Imperatore a ‘tempio di saperÈ. Ma tutte queste ipotesi hanno grosse pecche, tant’è che sino a oggi non esiste una spiegazione sufficientemente valida che ne giustifichi la sua costruzione e il suo utilizzo. Per quello che mi riguarda ho contribuito anch’io a fare una ipotesi sul Castel del Monte, per me è stato costruito come mausoleo e Federico II avrebbe voluto essere sepolto lì. Moltissimi elementi della struttura lo dimostrerebbero. La sua morte improvvisa in Puglia e le pesanti sconfitte in campo ne condizionarono la sepoltura in altro luogo.