Primo capitolo di una possibile trilogia ispirata al celebre videogioco, Prince of Persia esordisce sul grande schermo con il fardello di dovere andare a sostituire idealmente e progressivamente nei cuori degli spettatori e nelle casse della Disney i successo de I pirati dei Caraibi.

Il problema non è tanto che Jake Gyllenhall non sia Johnny Depp, bensì che la sceneggiatura non è certamente all'altezza di quanto potesse essere lecito attenderci da un film prodotto da un veterano di talento come Jerry Bruckheimer.

Al di là della trama, infatti, emozioni e sorprese sono ridotte al minimo, sacrificate piuttosto a numerose scene d'azione. Peraltro, anche di ottima fattura, ma - certamente - non esattamente quello di cui sentivamo particolarmente bisogno.

Certo, la qualità della produzione è innegabile così come un certo senso dell'umorismo: peccato che, purtroppo, spettacolarità e dialoghi divertenti non bastino a trasformare in un film discreto in qualcosa di più.

La storia del principe Dastan alle prese con un assedio non voluto di una città santa in cui è custodito un pugnale dai poteri straordinari, avrebbe meritato uno sviluppo più solido, sopratutto per quanto riguarda la scelta del resto del cast. La presenza di Ben Kingsley in un ruolo un po' ambiguo, restituisce immediatamente allo spettatore l'idea che qualcosa non quadri...

Il resto dello sviluppo è fondato sull'idea di un cinema commerciale di facile consumo e dove ogni problematicità è ridotta ai minimi termini.

Un film riuscito sul piano commerciale, meno sotto il profilo estetico artistico e che, alla fine, nonsostante il divertimento non lascia niente di particolare allo spettatore.

Una pellicola non memorabile che, invece, avrebbe dovuto essere la pietra fondante di una nuova saga. 

Un film, a differenza del videogame che lo ha ispirato, non memorabile.