Tredici episodi in grande stile e il benestare del papà cinematografico di Jurassic Park per la prima stagione di Terra Nova, prodotto seriale che seguirà le avventure di una famiglia del futuro che compie un balzo di centocinquanta milioni di anni per ritrovarsi tra dinosauri ed esseri preistorici.

C’è chi ha storto il naso udendo il canale televisivo che avrebbe commissionato la serie, la 20th Century Fox, famigerata agli occhi di tutti gli amanti della fantascienza da piccolo schermo per aver cancellato progetti del calibro di Firefly, Futurama, Terminator: The Sarah Connor Chronicles, Dollhouse, John Doe, Virtuality, e si potrebbe anche continuare.

La notizia però che Steven Spielberg in persona avrebbe supervisionato la serie è bastata a convincere il pubblico di tutto il mondo su quanto la Fox desideri investire in Terra Nova, tanto da saltare a piè pari l’episodio pilota e girare la serie completa per evitare sprechi di denaro.

E ora un nuovo elemento si è unito alla crew preistorica: il produttore esecutivo e showrunner che risponde al nome di Brannon Braga.

Proprio colui che dal 1993 a oggi è stato produttore e sceneggiatore di mostri sacri della tv sci-fi e non, poco prima che chiudessero i battenti: Star Trek The Next Generation, Star Trek Voyager, Star Trek Enterprise, Flash Forward (di cui sembra già certo il triste epilogo) e 24.

La messa in onda è prevista presumibilmente per l’autunno del 2012. I tempi sono quindi ancora molto acerbi per disperare, considerando inoltre che il nome di Spielberg ha sempre garantito prodotti televisivi di qualità non inferiore al miglior cinema.

La produzione è già a caccia di un volto protagonista, anche se tutte le luci sono già puntate sull’ottimo Kyle Chandler, originario di Buffalo, salito alla ribalta negli ultimi cinque anni per il ruolo di Eric Taylor nel fortunato drama sportivo sul football americano Friday Night Lights.

Il sentimento condiviso da commentatori e spettatori a stelle e strisce (c’è comunque da chiedersi il motivo…) rimane di grande aspettativa e fiducia, anche se le male lingue già si chiedono se a Las Vegas stiano scommettendo su quanti episodi manchino all’ennesima cancellazione in stile Fox.