Vari i personaggi e i comprimari, ma due i protagonisti principali, che seguiamo nella loro lotta per la sopravvivenza. Chi sono? E perché hai pensato di puntare proprio su queste due figure per narrare al meglio questa storia?


I protagonisti sono Sarah, medico all'ospedale pubblico e figlia del presidente dello Stato, e Gael, un tossico quindicenne e figlio del giornalista che smaschera lo scandalo politico in cui il presidente è coinvolto e che porta al rovesciamento del governo. Mi piaceva che i due personaggi principali fossero, di partenza o almeno in teoria, "nemici". E poi il mio è un romanzo d'azione, e di solito la coppia protagonista di questo genere (anche al cinema) è costituita da un piacente quarantacinquenne alla George Clooney e una bella trentenne a rimorchio: ecco, se c'era una cosa che volevo evitare era di fare l'ennesima coppia di questo tipo, destinata per l'ennesima volta a innamorarsi.

Hai forse adattato il tuo stile in qualche modo a questa narrazione?


Lo stile è sempre prioritario, per me. Qualunque cosa scriva richiede una lunga riflessione su come vada scritta, su quale sia lo stile, il ritmo, la "musica" più adatta a raccontare una determinata storia. Per questo romanzo ritenevo necessario uno stile secco, tagliente, una scrittura molto ritmata che inchiodasse il lettore alla pagina e fosse al contempo dura, adatta al mondo duro che doveva descrivere. Non so se ci sono riuscita, ma lo scopo era quello.

Ci stiamo qui rivolgendo ad un pubblico di appassionati di SF. Il tuo romanzo ha indubbiamente tutta una serie di caratteristiche proprie del genere fantascientifico: è decisamente narrativa d’anticipazione, ha dei connotati propri delle distopie, presenta visioni catastrofiche (non spettacolarizzate e fini a se stesse, però)… Qual è il tuo rapporto con la letteratura ascrivibile alla science fiction?


Amo le cosiddette distopie o utopie negative, che sono state innegabilmente i miei modelli letterari: libri come 1984, Fahrenheit 451 o Il mondo nuovo, così come film quali Blade Runner. Un altro punto di riferimento letterario fondamentale è stato Cecità di Saramago, che con la fantascienza non c'entra nulla ma analizza con eccezionale profondità le dinamiche di massa. Quanto alla science fiction intesa come extraterrestri e affini, no, quella non la leggo.

Lo sai che sarebbe un bel film?


Magari! Andiamo a Hollywood a bussare alla porta di Jerry Bruckheimer?

Qualcosa da aggiungere per i nostri lettori?


Grazie a chiunque leggerà E poi la sete per aver scelto di spendere i suoi soldi e il suo tempo per me.

Alessandra Montrucchio è nata e cresciuta a Torino. E’ laureata in Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea. Ha ricevuto nel 1995 il Premio Calvino per dei racconti, poi pubblicati da Marsilio nell’antologia Ondate di calore, Cardiofitness (1998, da cui il film di Fabio Tagliavia con Nicoletta Romanoff, del 2007), Macchie rosse (2001), Non riattaccare (2005, Premio Selezione Bancarella) e Fuoco, vento, alcol (2006, Premio Settembrini Giuria Giovani). Per Feltrinelli Traveller ha scritto il libro di viaggio Berlino (2007) e, con Cristina Virone, la saga per bambini di Salamandra Daremouse. Insieme a Laura Tonatto, ha pubblicato per Einaudi Storia di un naso (2006). Ha collaborato con RAI cinema e con varie case editrici, come traduttrice, lettrice e correttrice. Ha una rubrica su “Torino sette”, il settimanale della Stampa.

Alessandra Montrucchio – E poi la sete. Marsilio. Pag. 270. Euro 18,00.