Sohl continua a scrivere per varie serie televisive, tra cui ricordiamo almeno The Outer Limits

e The Invaders, e approda anche alla corte di Gene Roddenberry e del suo Star Trek, scrivendo anche qui ben tre episodi: L'espediente della carbonite (The Corbomite Moneuver), Al di qua del paradiso (This Side of Paradise, con lo pseudonimo di Nathan Butler) e Il sogno di un folle (Whom Gods Destroy).Il registro dei tre episodi è formato da una science fiction umana, dove non ci sono battaglie spaziali o scazzottate stile western, ma semplicemente esseri umani che davanti a fatti inspiegabili provano a fare la loro parte, per l’appunto, di esseri umani. Le incognite dell’universo mettono a dura prova l’equipaggio dell’Enterprise che può comunque contare sulle proprie conoscenze scientifiche e sull’esperienza della storia dell’umanità.Negli anni Settanta, Sohl ritorna alla narrativa e ci regala uno straziante romanzo: L'anomalia (The Anomaly, 1971). La protagonista del romanzo rimane incinta, nonostante non possa diventarlo a causa di un'isterectomia a seguito di un aborto, dopo il passaggio di un’astronave nel nostro sistema solare. I medici diagnosticano una gravidanza isterica, ma dopo poco la donna partorisce, anche se per i medici si tratta anche qui di un aborto. La donna invece è l’unica a credere di aver partorito un bambino a cui da il nome di Gilgri. Il marito decide di portarla fuori città, ma poi è costretto a rinchiuderla in un manicomio. Alla fine una fotografia rivela alla donna che effettivamente quello che credeva essere il suo bimbo è solo un alieno che le ha alterato la mente. L’alieno lascia la terra, ma regala alla dona la possibilità di diventare davvero una mamma.È una storia che oscilla tra la fantascienza e l’orrore quella di Sohl, ma anche carica di emozioni forti. L’ossessione della protagonista nel portare avanti la sua gravidanza si scontra con la disperazione del marito che crede la moglie definitivamente impazzita.

Un fulgido esempio di come la narrativa di Jerry Sohl sia attuale e tematicamente forte. Lo possiamo definire un artigiano, e sicuramente non è mai stato famoso come i suoi contemporanei Matheson o Bloch, ma questo scrittore del fantastico merita a tutti gli effetti di essere posizionato tra i maggiori degli anni Cinquanta e Sessanta, per il semplice motivo che i suoi romanzi sono brillanti ed originali ancora oggi e dimostrano una propensione per la commistione di generi che all’epoca in cui scriveva era davvero inusuale.