Armando, l’uomo con l’anima di metallo, ha fame. Così si ferma in un posto vicino, Roncobilaccio. Parcheggia il Mercedes cabinato e ne attiva i sensori termici: qualsiasi cosa superiore ai 25° centigradi sfiori la sua carretta, attiva nel suo cranio un allarme più efficace di una sirena da contraerea. La locanda, che da fuori sembra priva di vita, dentro è animata da un’allegra compagnia di stronzi al lume di candela: contrabbandieri, malavitosi e alcolizzati disperati all’ultimo stadio e qualche bagascia, tutti assonnati, sbronzi o in coma. C’è pure un piano mezzo arrostito, con metà tastiera disponibile, quella con le ottave più basse; qui anche il più allegro Bach suonerebbe come una marcia funebre di Chopin. Il killer espanso siede a un tavolino defilato.

L’oste, un tipo azzimato, occhi esoftalmici e rossi, si avvicina. – Cos’hai da darci in cambio, uomo?

– Un fusto di gasolio. Ce l’ho in macchina. Se il servizio sarà buono non è detto che non tiri fuori qualche gallone di mancia.

L’oste annuisce soddisfatto, ha sentito il colpo di tosse emesso dal cabinato nel fermarsi nel piazzale. Gasolio: a uno che se ne va in giro in macchina non dovrebbe certo mancare.

Fuori dalla RFN il denaro è sparito. Si è tornati al baratto, e non per una moda new age o equosolidale. Edge of darkness, un nuovo medioevo evocato dalla recessione prima e dalle bombe poi. 

Armando ordina da magiare e da bere. Nell’attesa, si spara un altro pezzettino di backup.

Il profilo di Francesco Maierato: misure, pesi, proporzioni, tendenze psicoattitudinali: surfer e sistemista, nato a Marzabotto, vicino Bologna, da genitori d’origini calabre, con lui la famiglia era arrivata a risiedere lì per la quarta generazione. Lavorava per l’esercito della RFN, virtuoso del doppiogioco, sospettato dagli Affari Interni a trafugare dati per il CLN. Messo alla prova. E che prova: aggregato al plotone d’esecuzione che fece fuori i suoi genitori, pure loro sospetti eversivi. Da quel giorno sparì dalla circolazione. 

Gli servono zuppa di legumi, pane marcio e vino chimico. Meglio di niente. Inizia a mangiare. Passato qualche minuto l’oste gli manda un’altra bottiglia di torcibudella di scarto. In una soluzione di continuità nella matrice di dati che sta esplorando, riesce a leggere il labiale di quella specie di spaventapasseri: – Offre la casa.

Fonti attendibili al 76% danno Maierato in esilio in Bassitalia, a Salvia di Lucania prima, Castrovillari e San Giorgio Morgeto poi. Infine, il ritorno sul fronte della Linea Gotica, incazzato e rancoroso quanto basta perché si renda necessario mandarlo al creatore.

Intanto una signorina, spinta dall’oste con una pacca sul culo, s’avvicina ancheggiando. Sui quaranta, deve essere il pezzo forte della collezione del vecchio. Prende posto accanto a lui, schiacciando le tette pesanti sul bordo del tavolo. L’oste si sbraccia in gesti eloquenti: prego, serviti pure, per te, amico, questo e altro. Qualcuno gli ha detto che il cabinato è pieno zeppo di gasolio. Vuole ingraziarsi lo straniero. La signorina non perde tempo, comincia ad accarezzargli sottobanco l’uccello. Intanto sorride. Ha i denti marci.

– Chiudi quella cazzo di bocca. – La ammonisce, e riprende la visualizzazione del rapporto di backup.

La puttana smette di sorridere e continua il suo lavoro.

Nota a margine: Bice. Un angelo a cui sono appena spuntate le ali, dalla pelle scura e giovane, gli occhi come due pozzi neri. Immerso nella matrice di dati, può quasi sentirne l’odore, una fragranza d’animale giovane.

Ha un’erezione.

Mentre viene tirata per i capelli e costretta ad alzarsi, la signorina pensa d’aver lavorato proprio bene. Troppo, troppo eccitato il tizio. Ma non è merito suo.

– Dove? – chiede Armando.

– Di sopra, amico. Di sopra. – risponde l’oste, tutto un sorriso.

Mentre si spogliano, Armando ripesca dal suo database neurale What is and what should never be dei Led Zeppelin. Basso vellutato e chitarrina da soft porno. Poi il break, duro, che invita al pompaggio.

 

It only goes to show

That you will be mine.

 

Estrude dal backup di missione un ologramma di Bice e lo sovrappone alla puttana triste che ha fra i lombi. E allora il ritmo è ancora più dolce.

 

And if you say to me tomorrow,

Oh what fun it all would be

Then what's to stop us pretty baby,

But what is and what should never be.

 

Di nuovo break di rock&roll, corde rudi a grattugia, e la tentazione di infilarsi proprio là, dove non batte il sole. Ma il tutto rimane solo un proposito.

Armando interrompe i suoi grugniti di colpo, come svegliato da una sirena da contraerea.

 

                                                                    ***