Su tutti brillano i due romanzi brevi, entrambi i quali comprimono in cento pagine sfondi

La copertina di Caino nello Spazio di Sandro Sandrelli
La copertina di Caino nello Spazio di Sandro Sandrelli
cosmici immensi. La concisione è un’arte poco comune ormai, ma la sua SF appartiene a una grande era del racconto breve: nelle riviste angloamericane di quegli anni, i suoi racconti non avrebbero sfigurato. Gli autori più affini al suo umorismo sardonico sono Robert Sheckley, R.A. Lafferty e il primo Farmer, i grandi maestri dell’assurdo fantascientifico. Pochi scrittori sono altrettanto incisivi nel presentare trame di esploratori, ricercatori e aspiranti eroi, sicuri di aspettative al limite del delirio di onnipotenza, estremizzandole fino allo sberleffo conclusivo – non per semplice effetto comico, ma per una coerente visione dello storytelling, che prende sul serio la scienza nell’incontro-scontro fra avventura ed etica.Così, in Caino dello spazio sullo sfondo di un’interminabile guerra con gli imperscrutabili alieni hurok, si dipana un’avventura attraverso l’intera galassia, che pone in primo piano il lacerante dilemma etico del protagonista, senza spazio per facili consolazioni. E il pirata spaziale protagonista di I ritorni di Cameron Mac Clure è un eterno ribelle che attraversa il cosmo, in un’affastellarsi di episodi, fenomeni, incontri che a loro volta sono occasione di racconti nel racconto, contatti con luoghi ed entità fisiche e metafisiche; più che l’ambiguo finale, stavolta, resta nella memoria la sua esperienza scanzonata e drammatica – un’autentica saga compressa in poche, velocissime pagine.Sandrelli ama distruggere i suoi microcosmi, e spesso anche il mondo, se non l’universo. Un ottimo esempio è Nuovo viaggio per Cithera, dove il miraggio della roccia vagante nello spazio, dalla fiammeggiante forma di donna, sembra uscita da un fumetto di Jeff Hawke, con una spruzzata di Ballard (che esordiva proprio in quegli anni). E memorabili disastri comici sono Avventura di due nobili cuori e lo straordinario debutto di Le ultime trentasei ore di Charlie Malgol. Completano l’antologia La selva oscura, La falce e Il ladro trascendente.

Ma la SF di Sandrelli potrebbe garantire un’altra raccolta di alto livello, resa attuale dalla scrittura vivace, spesso vorticosa. Limitiamoci qui, solo alle antologie, anche se molti racconti pubblicati solo su riviste come Interplanet e Oltre il Cielo meritano una rilettura. Nei Ritorni la galleria dell’assurdo trova nuove varianti: la violenza in Il cagnolino; il solipsismo in Il Gah; la follia e i giochi nel tempo di Il fabbricante di pioggia; fino alle surreali conclusioni riservate alle odissee dei ricercatori protagonisti, con i loro sogni di onnipotenza, di Due o tre Cantorp con la ricerca della quarta dimensione, e Il polipo musicante, in cui la creazione del biologo spopola l’Inghilterra. In Caino, La perla e l’ostrica è quasi un Truman Show cosmico, senza la tv ma con uno spettatore metafisico – un occhio nel cielo – che non sarebbe dispiaciuto a Dick; invece, La doccia scozzese è un’incursione nell’incubo, con il duello alla morte sul pianeta alieno; mentre l’infinita moltiplicazione di sé, nel nome della megalomania, di Lucilla e la fine del mondo dà un’originalissima versione al tema della distruzione globale; in L’uomo nuvola e Primavera su Cinque l’assurdo perde ogni freno, mentre Il pipistrello e il direttore e Questo tragico gioco sono omaggi comici e ironici al repertorio dell’immaginario fantascientifico, che Sandrelli conosceva fino in fondo.