Le cose non sono come sembrano. Mai. Ma dopo la lettura dell’ultimo romanzo di Reed anche questa frase si aprirà di significati nuovi. Perché se le cose non sono come sembrano. Tanto meno può esserlo la verità...

Da dodici anni Ramiro è prigioniero del governo. Fu trovato privo di sensi in una località sperduta del Montana, a bordo di una macchina dove si trovavano 5 chili di  uranio 235. E da allora, nonostante gli interrogatori, le ricerche, le torture nessuno sa chi sia davvero Ramiro, quale sia il segreto che nasconde, da dove venga.

E perché, nonostante tutto continui a sorridere imperturbabile.

È con queste premesse, che echeggiano scenari attuali – Guantanamo e la lotta al terrorismo internazionale -  che prende il via La verità, il romanzo del celebrato scrittore americano Robert Reed, ora nelle librerie per i tipi di Delos Books. Ed è praticamente quasi tutto quello che si può anticipare senza rovinare il perfetto meccanismo che anima questo romanzo breve, finalista al premio Hugo e molto amato dagli estimatori sempre più numerosi ed entusiasti del lavoro di questo prolifico maestro della fantascienza contemporanea.

Robert Reed. Foto di Carrie Knapp
Robert Reed. Foto di Carrie Knapp
La tavola è apparecchiata, il lettore (o lo spettatore) si siede, gli viene elencato un menu, lo pregusta tutto fino in fondo, immagina i piatti, le pietanze, i sapori e i profumi. E poi, quando le pietanze sono in tavola, qualcuno all’improvviso tira via la tovaglia, mostrando tutta un’altra storia, una prospettiva completamente inedita, spiazzante, Sconvolgente.

Quante opere hanno davvero saputo giocare con l’arte del coup de théâtre? Quanti autori hanno guidato il proprio paziente pubblico lungo sentieri tortuosi per poi rivelare loro sapientemente che non si erano mai mossi e che il luogo d’arrivo - immaginato, progettato, desiderato - era lì da sempre sotto i loro occhi o era in un altrove irraggiungibile e al di là di ogni previsione? Reed in questo romanzo si mostra davvero “maestro” della rara abilità del colpo di scena, congegnando un meccanismo straordinario, allestendo una perfetta illusione e mostrando all’improvviso l’alternativa inattesa, il salto, il grande effetto. Di quelli che lasciano a bocca aperta.

Esploratore e innovatore del genere, Reed tenta così con La verità una via sottile, dove molti hanno fallito. Una via dove lo scrittore è al tempo stesso una sorta di prestigiatore, capace di far letteralmente “sparire” lo spazio scenico e narrativo in cui aveva fatto abitare il lettore. Costruisce così una sorta di illusione al quadrato, anzi al cubo. Perché se la letteratura contiene in sé un’illusione e la fantascienza contiene una duplice illusione, quella di Reed ne contiene una terza ancora. Il romanzo diventa così un gioco eterno di specchi, uno stupefacente non-luogo dove è difficile dare ancora un senso al termine “verità”

Robert Reed, La verità (The Truth), Delos Books, collana Odissea, pagg. 120, euro 10,00.