Uno dei grandi misteri della vita sulla Terra è che essa è costruita quasi esclusivamente da una tipologia di enantiomero (sono dette enantiomeri, isomeri ottici o antipodi ottici, due molecole identiche in tutto, che sono una l'immagine speculare dell'altra, ma non sovrapponibili tra loro): gli aminoacidi con orientamento sinistrorso e gli zuccheri (carboidrati) con orientamento destrorso. Il rebus da risolvere è che le versioni di molecole con orientamento sinistro e destro dovrebbero essere prodotte in quantità uguale in tutti casi, e solo in casi eccezionali ci potrebbe essere una prevalenza.

Quindi quali condizioni hanno portato alla preferenza della vita terrestre per uno rispetto all'altro?

Il ricercatore Tsubasa Fukue, che lavora presso il National Astronomical Observatory a Tokyo, pensa di sapere come le cosiddette bio-molecole omochirali potrebbero essersi formate (con il termine omochiralità ci si riferisce, in chimica, a un gruppo di molecole, non necessariamente uguali ma con la stessa configurazione assoluta. In biologia alcune molecole costituenti gli esseri viventi sono omochirali. Praticamente tutti gli amminoacidi hanno configurazione L e tutti gli carboidrati biologicamente rilevanti hanno configurazioni D). La prova viene dallo studio sulla luce proveniente dalla Nebulosa di Orione, un noto vivaio di stelle e uno degli oggetti più spettacolari del cielo notturno.

La Nebulosa di Orione è importante perché contiene le regioni che dovrebbero essere simili a quelle in cui il Sole si formò circa cinque miliardi di anni fa. "Studi della regione di formazione stellare di Orione ci permettono di indagare i processi che possono essersi verificati durante la nascita del nostro sistema solare," dicono nel gruppo di ricerca di Fukue.

La scoperta interessante è che lo studio della nebulosa rivela una vasta zona, di circa quattrocento volte le dimensioni del nostro Sistema Solare, che è immersa nella luce visibile polarizzata circolarmente, probabilmente generata da radiazione di sincrotrone di particelle accelerate in potenti campi magnetici.

Questo è un passaggio importante, perché sulla Terra, la luce con polarizzazione circolare può illuminare le reazioni chimiche in modo tale da garantire che una forma di enantiomero sia scelto rispetto a un altro.

Potrebbe accadere la stessa cosa nello spazio? Forse. Un problema potrebbe essere che gli amminoacidi richiedono luce UV per la fotolisi piuttosto che la luce visibile. Ma è semplicemente impossibile vedere la luce UV (polarizzata o meno) dalla Nebulosa di Orione, perché viene assorbita dalla polvere che si trova tra la regione stellare e noi.

Fukue afferma che i vari modelli di formazione stellare prevedono che la luce UV polarizzata circolarmente dovrebbe essere normalmente prodotta nella regione stellare. Sappiamo anche che gli amminoacidi sono comuni nello spazio interstellare.

Quindi è molto probabile che le condizioni nella Nebulosa di Orione siano mature per l’omochiralità. E se fosse così, sarebbe anche possibile che il Sole, che si è formato in una regione di spazio simile, abbia "seminato" la Terra con queste molecole nel corso di un periodo di pesante bombardamento subito dopo la loro formazione.