Sessanta minuti e la terra non è più la stessa. È questa l'idea da cui parte Mortal Engines dell'inglese Philip Reeve, primo romanzo di una tetralogia (in Italia è arrivato solo il primo, Macchine mortali, edito da Mondadori). Lo scenario è di quelli post-apocalittici e steampunk ed è piaciuto a Peter Jackson, regista della trilogia Il signore degli anelli. Jackson è già al lavoro sull'adattamento cinematografico della saga, nonostante sia attualmente impegnato sul set dei due film tratti da The Hobbit (attesi a partire dal 2011).

Mortal Engines è ambientato a Londra secoli dopo la “guerra dei sessanta minuti”, un conflitto nucleare che sconvolge il globo generando fenomeni naturali devastanti. Le nazioni si sono disgregate, le riserve naturali scarseggiano. Come sopravvivere? Nasce il Darwinismo Municipale: le città diventano semoventi (o Trazioniste) e se ne vanno in giro a fagocitare le risorse di centri più piccoli. Il romanzo si apre con un tentativo di omicidio: Londra ingloba la piccola città di Salthook e, durante il processo, una giovane ragazza tenta di uccidere Thaddeus Valentine, capo della Gilda degli Storici. Interviene il giovane Tom, apprendista storico, che gli salva la vita, ma nel caos viene lasciato a piedi insieme alla ragazza, in mezzo al deserto. La giovane, di nome Hester, è decisa a rintracciare la città per avere la sua vendetta. Pare infatti che Thaddeus abbia ucciso i suoi genitori perché si sono rifiutati di consegnarli un misterioso oggetto battezzato “Medusa”...

La copertina dell'edizione italiana di <i>Mortal Engines</i>.
La copertina dell'edizione italiana di Mortal Engines.

Il romanzo è destinato a un pubblico young adult, anche se i colpi di scena e il setting originale rendono la lettura gradevole per chiunque. Fin dalla prima pubblicazione nel 2001, la saga ha goduto di un certo successo (anche negli Stati Uniti, dove è conosciuta come Hungry City Chronicles), tanto da indurre Reeve a scrivere un prequel (Fever Crumb, uscito nel 2009) e un sequel del prequel (A Web of Air, previsto per il 2010). Non ci sono per ora ulteriori notizie su come Jackson intenda sfruttare il materiale, anche se si può già immaginare che ci sarà molto spazio per gli effetti speciali: l'idea di grandi città sui cingoli permetterà libero sfogo alla sua già fervida immaginazione...