Qual è il messaggio che Imperium Solis vuol dare ai lettori?

Imperium Solis è un romanzo che parla di tolleranza e di rispetto tra i popoli, perché l’impero

Romano seppe unificare sotto le proprie insegne le genti più diverse, rispettandone tradizioni, cultura e religione. Lo stesso farà Giuliano in America. Accoglierà le tradizioni dei nativi e anzi cercherà punti in comune, stringendo legami profondi che costituiranno le basi di un nuovo impero d’Oltreoceano. Tutto il contrario di ciò che fecero dal XV secolo in poi gli europei nei confronti delle popolazioni americane sterminandole e cancellandone le culture..

L'avventura rimane sempre alla base dei tuoi romanzi. E il rapporto d'amore con Tolkien?

Sì, è vero, ma non c’è soltanto Tolkien. Nessuno, per esempio, ha mai parlato del mio amore con Salgari, perché le sue opere non fanno parte del genere fantasy. Eppure il legame è molto solido e antico.

Cosa ti lega a Salgari in particolare? Un'atmosfera, un'avventura o un personaggio in particolare?

Sicuramente l’atmosfera che sapeva creare e poi lui era un po’ sedentario come me, parlava di luoghi esotici senza esserci mai stato, ma li descriveva con tanta fantasia e credibilità da sembrare un giramondo. Yanez de Gomera poi è eccezionale. Leggendo Occidente si capisce il mio legame con questo personaggio.

L'imperatore Giuliano e i suoi rapporti col Cristianesimo. Credi davvero che la fine della Roma Imperiale sia venuta a causa della diffusione del monoteismo?

Mi chiedi di fare un’analisi storica molto ardua. La fine di Roma fu decretata da una serie di eventi complessi e non certamente da una causa soltanto. L’avvento del monoteismo non sarebbe stato un problema se si fosse rispettato il principio basilare di tolleranza sul quale Roma aveva fondato il proprio diritto. Le divinità di tutti i popoli avevano sempre trovato ospitalità nel suo Pantheon. Nel 380 d.C., però, avvenne un fatto senza precedenti, l’imperatore Teodosio sancì che il Cristianesimo era da allora la religione di Stato, mettendo fuori legge tutte le altre fedi. Fu, a mio parere, un evento devastante, sia per Roma, sia per il Cristianesimo, perché aprì la strada a secoli di intolleranza e di persecuzioni. La Chiesa di oggi soffre ancora per quel lontano errore.

Mi viene spontaneo chiederti a questo punto cosa ne pensi della polemica sul crocefisso nelle aule scolastiche. Segno di devozione e appartenenza anche per chi vagheggia una Roma Imperiale affossata proprio dal Cristianesimo?

Ti rispondo non solo da cattolico, ma anche da laico: è una polemica sterile. L’affiggere il crocefisso nelle aule non è un atto di proselitismo, né tantomeno di fede. Nessuno si fa cristiano perché vede affissa al muro l’immagine di Gesù sulla croce, né perde la fede perché viene tolta. La religione non è la coca cola. L’errore di fondo è quello di confondere il laicismo con l’ateismo. Se sono cattolico, che io veda o non veda il crocefisso in aula non cambia la mia convinzione. Non ho bisogno di essere continuamente rassicurato. Per gli atei, invece, quella presenza diventa fonte di disturbo. Perché non lo capisco. Se quella immagine per loro non rappresenta nulla, perché temono il… nulla? E poiché il loro credo non ha simboli visibili, non affiggendo nulla al muro, non equivale a esporre sempre e soltanto il loro di simbolo, cioè nulla dappertutto? Di questo passo dovremmo togliere tutte le croci dai campanili delle chiese, cambiare il nome alle varie vie San Martino, San Francesco, San Domenico ecc., coprire o rimuovere le statue dei santi erette all’aperto, eliminare le opere di soggetto religioso dai musei. Quello che gli atei fingono di non capire è che il crocefisso appartiene alla nostra cultura, che è anche la loro. E’ un dato di fatto inequivocabile che non può essere contraddetto o, peggio, negato. Lo Stato è laico, non ateo come vorrebbero.

Ne deduco quindi che per te non sarebbe uno scandalo veder fiorire le moschee laddove ci fosse un congruo numero di musulmani e che non hai niente contro l'esibizione del chador... O sbaglio?

Non vi sarebbe alcun problema per me. Io sono una persona tollerante e pacifica; per questo motivo rispetto il diverso ma pretendo il medesimo rispetto nei confronti miei e della mia cultura.

La storia alternativa in Italia si è rialzata con fatica dalla polemica fascismo sì-fascismo no, ma ancora non pare avere fatto molti proseliti. Sei d'accordo? E perché accade secondo te?

Il problema non risiede negli scrittori, ma negli editori. Molti di loro dovrebbero togliersi i paraocchi e uscire dal conformismo che infetta il panorama culturale italiano e anche rischiare un po’, perché esistono ancora troppi editori che non hanno la mentalità da imprenditori e non vogliono assumersi mai alcun rischio economico. Per quanto riguarda la polemica fascismo sì – fascismo no, rientra sempre nel conformismo cui accennavo sopra. Basta!