“Non c’è che dire: Lino Aldani è uno scrittore di science fiction internazionale. Eppure, e questa è la dimostrazione più limpida della sua classe e della sua razza, è lo scrittore più italiano che io conosca. E, per quanto scriva spesso di vicende del futuro e di altri mondi, non è mai scrittore di evasione, nel senso di evadere le sue responsabilità qui tra noi. È talmente dentro le nostre cose, talmente capace di dire la verità su di sé in rapporto con altri, e anche sugli altri in rapporto con sé talmente autobiografico da regalare anche a un lettore frusto e abituato al cinismo della sopravvivenza, quale il sottoscritto, la commozione di capire e di essere capito, addirittura interpretato”.

Parole più che condivisibili quelle di Oreste del Buono nei confronti di Lino Aldani, scritte per l’introduzione all’antologia Parabole per domani, uscita nel 1987 per Solfanelli Editore.

Non solo. A nostro avviso del Buono mette in luce alcune fondamentali caratteristiche della narrativa dello scrittore di San Cipriano Po, provincia di Pavia, che sono presenti anche in

Quando le radici, ora ristampata da Giuseppe Lippi in Collezione Urania n. 80 (Mondadori, settembre 2009), e pubblicato per la prima volta nel 1977, nella collana Science Fiction Book Club (numero 49), curata allora da Gianni Montanari per La Tribuna Editrice di Piacenza, e poi ristampato già nel 2001 nell’antologia Millenium di Aldani e Ugo Malaguti (Perso Libri, aprile 2001).

Aldani – scomparso lo scorso 31 gennaio per una incurabile malattia polmonare – è nato a nato a San Cipriano Po, il 29 marzo 1926. Esordisce nel mondo della fantascienza con il racconto Dove Sono i vostri Kumar?, apparso sul numero 52 della rivista Oltre il Cielo (Edizioni “esse”, Roma). Nel 1963, insieme a Massimo Lo Jacono e Giulio Raiola fonda la rivista Futuro, che pur venendo pubblicata per soli sette numeri, è uno dei più interessanti prodotti editoriali della nostra fantascienza. Aldani è anche autore del primo saggio sulla fantascienza mai apparso in Italia, dal titlo La Fantascienza, pubblicato nel 1962 dalla casa editrice La Tribuna di Piacenza. I suoi racconti sono stati tradotti in molte lingue, tra cui si considerano i migliori Buonanotte Sofia, Domenica Romana, Trentasette Centigradi e Visita al Padre.