Gli scrittori di fantascienza sono stati affascinati dalle automobili sin dall'inizio, già nel 1901 Herbert George Wells scrisse un saggio in cui la società motorizzata e i suoi problemi venivano descritti con sbalorditiva precisione.

Da allora decine di autori hanno affrontato il tema, con Autocrisi 2020 è la volta di Pierfrancesco Prosperi, due romanzi brevi, scritti a più di venti anni di distanza, dove l'automobile viene esaminata da due prospettive differenti, entrambe non molto rassicuranti. 

Autocrisi. Le cronache americane

Il primo contatto tra l'uomo e un'altra razza civilizzata, in grado di viaggiare tra le stelle, avviene in modo pacifico, i Dakopiani sono interessati a commerciare e a scambiarsi nuove idee con i terrestri, più che a conquistare il nostro pianeta.

Tra i prodotti che la Terra esporta ci sono le automobili: complice la struttura dei loro continenti, lunghe striscie di terra con le città concentrate sulla costa,  i Dakopiani non hanno sviluppato il trasporto su gomma, i loro veicoli sono lenti e inefficienti, adatti solo per brevi spostamenti, niente a che vedere con le veloci auto terrestri.

Mentre su Dakopia si provvede alacramente a costruire una rete di autostrade per collegare le città costiere, sulla Terra continua la lotta senza esclusione di colpi tra ChrysFord, corporazione nata dalla fusione di due colossi come Chrysler e Ford, e GA, GenerAuto, la nuova denominazione della General Motors, ormai in grado di controllare il potere politico, per ottenere il dominio del mercato. 

Tuttavia un movimento di resistenza inizia a prendere forma, dapprima incerto e privo di mezzi, ma in seguito sempre più influente, tanto da riuscire a far calare le vendite di auto.

Parallelamente su Dakopia le automobili, guidate da un popolo non abituato a mezzi potenti e velocissimi, stanno provocando un massacro, tanto che i dakopiani accusano la Terra di genocidio, chiudendo le frontiere e gettando nel panico i governi terrestri.

Le due crisi si fondono in un solo, gigantesco, nodo gordiano, che nessuno sembra capace di sciogliere, forse la sola possibilità di evitare una guerra interplanetaria è scoprire quale segreto nasconde con tanta cura la GA.

Autocrisi. Le cronache europee

In un futuro non troppo lontano la Terra è molto simile a quella che conosciamo, il trasporto privato ha assunto, se possibile, ancora più importanza, e la sicurezza stradale è considerata prioritaria.

I progressi nel campo della cibernetica hanno permesso di produrre auto che si guidano da sole, l'automatizzazione delle strade prosegue senza sosta, tuttavia c'è chi sostiene che i morti in incidenti stradali non siano diminuiti, ma al contrario stiano aumentando.

Giorgio Laudano lavora per la FIAT, ma lentamente in lui si fa strada la consapevolezza che qualcosa di strano sta succedendo, infinite tessere di un mosaico iniziano a delineare un quadro tutt'altro che rassicurante.

Le grida di allarme degli ambientalisti si sommano a una serie di episodi apparentemente inspiegabili, una qualche forma di complotto sembra essere in atto, ma quali siano gli scopi della cospirazione resta un mistero.

La realtà è peggiore di quanto si possa pensare, e ben presto Laudano e il mondo intero piombano nell'incubo, ma anche questo si rivela solo una facciata per qualcosa di inimmaginabile.

Autocrisi 2020 nasce da un'operazione davvero singolare, riunire due romanzi con lo stesso tema scritti a più di due decenni di distanza, esponendoli all'impietoso giudizio del tempo.

Il giudizio non può che essere positivo, per quanto impietoso il tempo nulla ha potuto contro il primo romanzo, che sembra scritto ieri e potrebbe accadere domani, la riprova che un'opera originale mantiene il suo valore nel tempo.

Più convenzionale, e più cupo, il secondo romanzo, che ricorda il tema di un romanzo pubblicato nel 1971 da Urania, Il ponte di quattro giorni (Four days weekend, 1966) di George Henry Smith, anche se l'opera di Prosperi è parecchie spanne sopra quella dello scrittore statunitense.

Il rapporto tra l'uomo e l'automobile viene analizzato a fondo nei due romanzi, e alla fine della lettura si resta con la sgradevole senzazione che qualcosa di profondamente sbagliato mini questo rapporto.

Nata come mezzo per liberare l'uomo dalla schiavitù della distanza l'auto è ormai diventata il modello per progettare le nostre città, prima causa di morte tra i giovani, arma che usiamo per combattere una guerra contro noi stessi, addirittura uno dei fattori del cambiamento climatico in atto.

Il finale ottimistico (forse troppo) del primo romanzo viene capovolto nel secondo (anche se alla fine si apre uno spiraglio alla speranza), quasi che Prosperi abbia perso la speranza di vedere l'umanità cambiare rotta e risolvere il problema che ormai rappresentano le automobili.

Nonostante il tema impegnativo i romanzi sono scorrevoli e si leggono con piacere, unico rimpianto la mancanza dei racconti apparsi su Galassia assieme al primo romanzo, anche dopo trecento e passa pagine resta la voglia di leggere ancora le storie sull'auto narrate da Prosperi.

Questo volume, come tutti quelli presenti nel vasto catalogo della Elara non viene venduto in libreria, ma deve essere richiesto direttamente all’editore, mediante il sito www.elaralibri.it.

Nato ad Arezzo nel 1945, Pierfrancesco Prosperi è uno degli autori più rappresentativi della fantascienza italiana.

Ha iniziato a scrivere molto presto, il suo primo racconto, Lo stratega, venne pubblicato sulla rivista Oltre il cielo nel 1960, da allora Prosperi non ha cessato di scrivere e pubblicare romanzi e racconti di fantascienza ma non solo.

Tradotto in vari paesi e vincitore di premi, tra cui due edizioni del Premio Italia e tre del Premio San Marco - Città di Venezia, ha all'attivo anche diversi soggetti e sceneggiature per fumetti, saggi e lo sceneggiato radiofonico Spazio vitale, tratto da un suo racconto.

Ha usato diversi pseudonimi nella sua carriera, alcuni per romanzi rosa, altri per opere di fantascienza, i due temi che gli sono più cari sono l'automobile e gli universi paralleli, nonostante questa notevole attività ha anche trovato il tempo per laurearsi in architettura.