Nathaniel rimase in silenzio per un momento, indeciso se risponderle che avrebbe dovuto badare ai fatti suoi e lasciarlo combattere, oppure chiederle che cosa mai le aveva detto Ross perchè si fosse infuriata a quel modo. Amava sua sorella, ma da quando avevano modificato il suo DNA era diversa. In momenti come quello, non era certo di quello che sarebbe potuto succedere se mai si fosse trovato dall'altro lato della barricata. Lo atterriva sapere che c'era così tanta oscurità in lei e lo feriva il fatto che lei stessa non riuscisse ad accettare la sua nuova vita. Né vampiro né donna. Un ibrido che non aveva mai chiesto di nascere e al quale nessuno aveva spiegato come controllare i propri poteri, che sembravano essere diventati parte integrante del suo essere.No, meglio non infierire. Nathaniel si calò a prendere lo stiletto, pulendone la punta sulla camicia indossata dal vampiro, prima di restituirlo alla sorella: era già sconvolta di suo, benchè non l'avrebbe mai dato a vedere. Sarebbe rimasto al suo fianco, incurante delle conseguenze. Come sempre.- Sto bene - confermò lui. - E tu? L'ho visto che ti scaraventava contro tutto quel vetro. Ho temuto per la tua vita.

- Indistruttibile, ricordi? - gli rispose lei, con un sorriso triste che non era riuscita a dissimulare. Una nuova razza. Un nuovo potere. Peccato che nessuno le avesse mai chiesto se voleva farne parte. - Le ferite si sono rimarginate quasi subito.

- Peccato che fossero così pochi - esordì Nemesis alle loro spalle. Gli piaceva uccidere e non ne faceva mistero. Molti uomini amavano il sesso. Molti altri l'alcool ed altri ancora le droghe. Lui adorava misurarsi con avversari sempre più pericolosi: vincere quelle battaglie lo faceva sentire bene. E aveva anche una passione smodata per i piaceri della carne, ma neanche quello era un mistero. Del resto era quasi impossibile tenere segreti ai membri della propria task-force, visto che per la maggior parte del tempo si trovavano fianco a fianco a convivere in una navicella oppure a dividere qualche alloggio puzzolente mentre osservavano le prede segnalategli dall'alto.

- Sono sicura che ti rifarai la prossima volta - gli rispose Lux con malcelato sarcasmo, osservandolo per un attimo prima di avviarsi verso l'uscita. Non era rimasto altro da fare lì. Meglio tornare alla base e comunicare la riuscita della missione al Capitano. Meglio ancora se l'avesse fatto suo fratello, visto che in quel momento non aveva nessuna intenzione di parlare con Ross. Lui e Darren, il Supervisore della task-force, avevano osservato il combattimento dalla nave madre: sapeva che le avrebbero fatto domande alle quali non avrebbe saputo rispondere. Si sentiva in colpa per quello che aveva fatto e tuttavia non c'era modo di cambiare. Quei bastardi che avevano operato le modifiche genetiche sul suo corpo erano spariti da qualche settimana, smantellando tutte le attrezzature, come se il laboratorio non fosse mai esistito. Proprio quella mattina i mercenari che aveva assoldato le avevano confermato le sue più grandi paure: non avevano lasciato nessuna traccia. Era di umore nero e aveva permesso al suo potere di prendere il sopravvento. Non sarebbe più dovuto succedere.

- L'astinenza rende le donne acide, Lux - le disse Nemesis, rinfoderando i pugnali e seguendola all'esterno, come se il suo sarcasmo non l'avesse minimamente toccato.

- Dovresti provare a fare sesso, qualche volta. Vedrai che ti sentiresti molto meglio, dopo.

- Va' a farti fottere, Nemesis.

Nathaniel li osservò allontanarsi. Così diversi eppure così uguali. Spietati e letali, nessuno si fidava dell'altro, nonostante fossero costretti a farlo più spesso del previsto. Lux e Nemesis non si piacevano, ma si rispettavano e soltanto quello aveva evitato che si uccidessero a vicenda in una delle innumerevoli discussioni che avevano avuto da quando erano stati assegnati alla stessa task-force. Sospirando, Nathaniel si voltò a guardare il caos che avevano lasciato. C'erano resti sanguinolenti là dove Nemesis aveva ucciso il malcapitato vampiro che aveva deciso di misurarsi con lui. Sangue spruzzato dappertutto e i cadaveri di almeno altri tre vampiri. La serva umana di Cyrus era accucciata in un angolo e probabilmente sperava che si fossero dimenticati di lei. Tremava e stava piangendo in silenzio, il trucco sciolto che le colava sul viso in lunghe lacrime nere. Nathaniel considerò rapidamente di chiederle se stesse bene, ma poi si morse la lingua. Come poteva stare bene, dopo quello che era successo? Scuotendo la testa tra sé e sé, l'uomo seguì i compagni di squadra. Finiva sempre così: arrivavano, portavano morte e distruzione e poi andavano via come se niente fosse, pronti per una nuova missione. Era il loro destino, così gli avevano detto: non ci si ribellava al Governo Centrale.