Adrian Gilbert è autore di molti bestseller pubblicati in Italia da Corbaccio, casa editrice che ha appena mandato in stampa anche la sua ultima fatica La fine del tempo (The End of Time. The Mayan Prophecies Revisited, 2006). Non si tratta di un romanzo, ma di un saggio, una "indagine scientifica" sulla prossima e possibile fine della civiltà come noi la conosciamo. In merito c’è un'analisi delle profezie che il popolo Maya ci ha lasciato.

I Maya sono vissuti nell’America Centrale circa 1.500 anni fa. Raggiunsero traguardi scientifici notevoli: studiando le stelle e i pianeti (in particolare Venere), divisero il tempo in cicli della durata di un milione e 872.000 giorni. Noi stiamo vivendo, secondo questo computo, all'interno di un ciclo iniziato il 13 agosto 3114 avanti Cristo, che terminerà esattamente nel 2012, il 21 dicembre. I Maya erano convinti che questo sarebbe stato l’ultimo ciclo.

Un brano del saggio. "Nel 1995 scrissi con Maurice Cotterell Le profezie dei maya, che si rivelò un grande successo e da allora è stato tradotto in più di una dozzina di lingue. Il fulcro del libro era rappresentato da una teoria, proposta per la prima volta da Maurice, che sosteneva che il complesso 'Lungo Computo' del calendario Maya fosse basato su una conoscenza dei cicli delle macchie solari. Come i Maya, però, fossero giunti a tale conoscenza era un mistero allora come lo è adesso. Cercando una risposta a tale domanda, mi misi a esaminare le possibili testimonianze che riguardavano i contatti tra il Vecchio e il Nuovo Mondo in epoca classica. Presi anche in considerazione l’eventualità che i Maya potessero aver ereditato il loro sapere dalla perduta civiltà di Atlantide. In definitiva, il libro suscitò più domande che risposte." 

L’autore. Autore delle Profezie dei Maya, Adrian Gilbert è uno dei più noti divulgatori nel campo dei misteri antichi. Spinto da una sete di conoscenza inestinguibile, si è occupato del mistero delle piramidi con Robert Bauval nel Mistero di Orione; delle profezie bibliche e del loro legame con l’Antico Egitto in Segni celesti; dei Re Magi dal punto di vista storico, archeologico e astrologico nei Re pellegrini.   

La quarta di copertina. Secondo gli antichi Maya, l’attuale «Era del Giaguaro», iniziata il 13 agosto dell’anno 3114 a.C., giungerà a compimento il 21 dicembre del 2012. Da oltre cento anni, quando cioè fu scoperto il sistema di calcolo del tempo dei Maya, questa data stuzzica la curiosità degli studiosi. Tanto più essi ne sono affascinati quanto più a questa data sono attribuite ulteriori caratteristiche: per esempio il 22 dicembre 2012, giorno successivo al Solstizio d’inverno, il sole sarà allineato con uno stargate al centro della nostra galassia, evento che si ripete solo ogni 25.800 anni. Nelle Profezie dei Maya il fulcro delle teorie di Gilbert era la possibile conoscenza dei cicli delle macchie solari da parte dei Maya, ma allora furono maggiori le domande suscitate delle risposte ai misteri indagati. Oggi, a distanza di oltre dieci anni, molte cose sono cambiate e molti progressi sono stati fatti. Il lancio del satellite solare SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) ha permesso una migliore comprensione dei cicli e delle attività solari; lo studio della civiltà Maya si è arricchito e ha fatto progressi. Alla luce di queste nuove informazioni l’antica profezia può essere, oggi, svelata. Gilbert può finalmente rispondere a domande come «Che cosa potrebbe significare per noi la data del 21 dicembre 2012?» «Come è possibile che i Maya, una popolazione primitiva, conoscesse con precisione la disposizione del cielo il 21 dicembre 2012?» e soprattutto «Dobbiamo prendere sul serio la minaccia di un’epoca di apocalittici cataclismi?».  

Adrian Gilbert, La fine del tempo (The End of Time. The Mayan Prophecies Revisited, 2006) Traduzione Elisabetta Craveri, Casa Editrice Corbaccio, collana Profezie, pag. 333, euro 19,60)