Niki Lauda. Austriaco.

Per quelli della mia generazione Lauda è stato un simbolo, un personaggio scaltro e schietto, capace di fare grandi cose e non necessariamente solo in Formula 1. Dotato di abilità velocistiche innate, parallelamente ha sempre coltivato la necessità del ragionamento finalizzato all’ottenimento del miglior risultato possibile, non cercando la dimostrazione della velocità pura e del controllo sul mezzo che contraddistinse il suo successore alla Ferrari, quel Gilles Vielleneuve che era tutto il suo opposto e che fece rapidamente presa, per motivi radicalmente diversi, nel cuore dei cultori della Formula 1 e, sì, anche nel mio di adolescente.

Parliamo di due diverse incarnazioni del Futurismo. Quella del canadese, unica, tipica, visceralmente futurista, e quella dell’austriaco, veloce ma capace di anteporre il ragionamento e quindi poco futurista, ma ampiamente riabilitata con il prosieguo della sua esistenza umana.

Ma perché parlo di Futurismo? Perché il culto della velocità affonda nei dettami di Marinetti, e perché anche la nostra stessa branca culturale preferita, la Fantascienza, è figlia dei deliri marinettiani.

Il pretesto per parlare qui di questi due argomenti, Fantascienza e Futurismo? È un articolo di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/persone/niki-lauda/niki-lauda/niki-lauda.html), dove si annuncia che il sessantenne Lauda diverrà uno dei piloti delle navette della Virgin, quelle che puntano verso lo spazio esterno all’atmosfera terrestre; questo, si badi bene, dopo che alla sua attività di pilota di bolidi su asfalto aveva anteposto l’attività commerciale – anche di pilota – di velivoli della propria compagnia area, la Lauda Air. Il tutto configura slanci futuristi che si eternano in una sublimazione verso la velocità e la passione per il nuovo, per le frontiere mai raggiunte, senza lasciarsi mai condizionare da sentimentalismi o passatismi di qualsiasi tipo.

Ho cercato ovunque, ma la cosa era impossibile. Perché solamente gli americani organizzavano cose del genere". Poi ha saputo che Richard Branson il boss della Virgin aveva in mente una compagnia specializzata in viaggi spaziali. La Virgin Galactic. "Quando ho saputo del progetto sono stato il primo ad andare a bussare alla sua porta". E così adesso il signor Andreas Nikolaus Lauda, classe 1949, già tre volte campione del mondo di Formula Uno, e fondatore di due compagnie aeree, risulta anche nell'elenco degli allievi della scuola piloti della Virgin Galactic.

 

Qui sopra, un brano del summenzionato articolo di Repubblica preso nel passo che, secondo me, è il più significativo. La tensione verso la frontiera, il dimenticarsi delle proprie origini, il non dare peso o l’inesistente passione per la stessa esistenza biologica, amando il rischio e la conoscenza che può dare la vita di confine, è quanto di più futurista si possa concepire. Non c’è nessun’altra considerazione da fare se non il vivere appieno la propria interiorità e ambizione usando - ma non facendosi legare – il carapace biologico di cui si è proprietari: questo sembra davvero contare in certi segmenti dell’umanità, nonostante i suggerimenti che la new wave inglese degli anni Sessanta (e James Ballard, col suo inner space) hanno seminalmente distribuito, ignorando ciò che una delle più influenti (se non addirittura la più influente) correnti artistiche dal Novecento fino ai nostri giorni ha instillato in noi.

Niki Lauda. Austriaco. Non è ancora il primo postumano (altro concetto futurista) ma è forse l’unico essere umano in grado di spaziare dalla terra al cielo con la pulsione di andare oltre; lo immagino capace di innestarsi qualche congegno bioware per potenziare il proprio organismo così da vincere nuove sfide. Signore, signori, quest’uomo ha sessant’anni, e non è ancora pago di quello che ha fatto nella sua vita; così, un più che quarantenne che si sogna Lauda, il quale gli spiega per filo e per segno l’adolescenza che lo ha visto mitizzare, sarà forse un segno di qualcosa ben lontano dal finire? Marinetti ne sarebbe entusiasta, immagino, e ne ricaverebbe materiale ispirativo per almeno altri c entocinquanta anni…